La via Tiburtina Valeria

Il percorso da Roma a Pescara

L’antica via Tiburtina Valeria ricalca il percorso di un tratturo utilizzato dai pastori per la transumanza, per spostare il bestiame verso i pascoli abruzzesi nel periodo estivo e nelle campagne laziali in inverno.  Il tratto iniziale, da Roma a Tibur (Tivoli) assunse il nome di “Tiburtina”, oltre Tivoli fu denominata “Valeria”.

La strada fu lastricata nel 286 a.C. dal console Marco Valerio Massimo Potito, che estese la via fino a Corfinium, nel territorio dei Peligni.

La Claudia – Valeria

L’Imperatore Claudio prolungò ulteriormente il percorso attraverso le gole di Bussi, da Corfinium, antica roccaforte dei Peligni, assoggettata a Roma nel III secolo a.C., fino ad Ostia Aterni, l’odierna Pescara. Quest’ultimo tratto prese il nome di via “Claudia Valeria”.

(da Wikipedia, in viola il tracciato della via Tiburtina Valeria)

Da Roma a Tibur

Da Porta Tiburtina, ancora oggi visibile nella risistemazione voluta da Stilicone all’inizio del V secolo, la via  si dirigeva verso il fiume Aniene, all’altezza del  Pons Mammeus o Mammi (Ponte Mammolo). Questo fu fatto saltare nel 1849 dai Francesi durante l’assedio della Repubblica Romana e poi ricostruito a circa 400 metri dal luogo originale.

(da Wikipedia)

La Tiburtina attraversava quindi la campagna laziale, per riattraversare il fiume Aniene nei pressi di Villa Adriana attraverso il Ponte Lucano, nei pressi del Mausoleo dei Plautii, risalente al I sec. d.C.

(da Wikipedia, Ptyx. Ponte Lucano)
(da Wikipedia, Lalupa. Mausoleo dei Plautii)

A questo punto la via Tiburtina giungeva finalmente a Tivoli, passando tramite una via coperta (via tecta), al di sotto del Santuario di Ercole Vincitore.

(da Wikipedia)

Da Tibur a Carseoli

Da Tivoli la via Valeria incontrava l’antica Varia e Carseoli, quest’ultima fondata nel 304 a.C. a seguito della campagna militare avviata del console romano Sempronio Sofo nei territori occupati dagli Equi e dai Marsi. Nello stesso periodo, e a poca distanza lungo il confine delle stesse popolazioni italiche, i Romani fondarono la colonia di Alba Fucens.

Da Carseoli al lago del Fucino

Dopo Carseoli la via, attraverso un percorso montano, giungeva, superando Colli di Monte Bove, all’abitato di Tagliacozzo.

Da Tagliacozzo la via Valeria attraversava i Piani Palentini, una propaggine della conca del Fucino, per poi fiancheggiare il paese di Scurcola Marsicana, dove si combattè nel 1268 la battaglia di Tagliacozzo, tra Angioini e Corradino di Svevia. Nei pressi del territorio oggi occupato da Scurcola, sorgeva al tempo dei Romani Alba Fucens, sul lago del Fucino, prosciugato per la prima volta dall’imperatore Claudio e di nuovo nell’800 dal conte Torlonia.

(da Wikipedia)
(da Wikipedia)

Da Alba Fucens a Cerfennia, fino alla conca Peligna

Inizialmente fu popolata da 6000 coloni che edificarono, negli anni immediatamente successivi al proprio stanziamento, una prima cinta muraria, che gli Equi tentarono invano di espugnare.

Dopo Alba Fucens il tracciato della via Valeria costeggiava le rive settentrionali del lago del Fucino e, superato il lago, attraversava la cittadina di Cerfennia (Collarmele), a pochi km a nord di Marruvium, la capitale dei Marsi sulla sponda orientale del lago del Fucino.

La strada si inerpicava poi verso il passo di Forca Caruso, che collega la conca del Fucino con la conca Peligna, oggi dominata dalla città di Sulmona.

Passati gli altipiani di Forca Caruso, la via scendeva nella Valle Peligna, dove era situata l’antica città di Corfinium. La via Valeria giungeva al santuario di Ercole Curino, i cui resti monumentali oggi ancora visibili risalgono ad un grande intervento di ristrutturazione avvenuto nel I sec. a.C., sebbene il santuario vanta origini già a partire dal IV-III sec. a.C.

Dalla conca Peligna a Teate

Superata la conca Peligna la via consolare si immetteva nelle profonde gole di Popoli, l’antica Pagus Fabianus. Popoli è posta allo sbocco in Valle Peligna della profonda gola omonima, scavata dal fiume Pescara, il passaggio più agevole tra il Mar Adriatico e il Mar Tirreno negli Appennini abruzzesi.

Da Popoli, la via Claudia Valeria passava per il territorio degli antichi Marrucini, popolo italico che dominava la sponda meridionale della valle dell’Aterno.  La principale città dei Marrucini era Teate, la moderna Chieti, dove giungeva la Claudia Valeria come ultima tappa prima del Mare Adriatico.

Da Teate a Ostia Aterni

Passata Teate, la via Claudia Valeria giungeva alla sua ultima destinazione: Ostia Aterni, la moderna Pescara, l’insediamento posto alla foce del fiume Aternum. A Ostia Aterni la via terminava, incrociando la via romana che congiungeva Brindisi con Fano e la via Flaminia.

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