Renato Togni, l’ultimo cavaliere italiano

Renato Togni, nato il 21 gennaio 1913 a Frascati, si distinse come valoroso tenente di cavalleria nell’Africa Orientale Italiana, guadagnandosi la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria per il suo coraggio eroico nella battaglia di Agordat.

 

La vita

Figlio del generale Francesco Togni e di Bianca Billi, Renato crebbe in un ambiente militare, ma scelse una strada tutta sua per entrare nell’Esercito italiano. Dopo aver rifiutato di frequentare la Regia Accademia Militare di Modena a causa del ruolo di comando del padre, si arruolò come ufficiale di complemento nel Regio Esercito. La sua passione per l’avventura e il desiderio di servire la sua nazione lo portarono ad optare per il servizio in Africa Orientale Italiana.

Durante il periodo di servizio, Togni partecipò attivamente alle operazioni di controguerriglia e consolidamento dell’occupazione italiana. La sua abilità militare gli valse l’ascesa al ruolo di vicecomandante del Gruppo Bande Amhara, sotto il comando del tenente Amedeo Guillet.

 

Il sacrificio

La battaglia di Cherù, il 21 gennaio 1941, fu un momento cruciale nella vita di Renato Togni. Inquadrato nella 4ª Divisione Coloniale, il Gruppo Bande a cavallo di cui egli faceva parte iniziò il ripiegamento da Cassala sotto l’incalzare dell’offensiva inglese, il 17 gennaio. Con il Quartier generale nel forte di Cherù, le truppe italiane si trovavano ad affrontare una situazione critica.

Quando i nemici avanzarono, due giorni dopo, Togni dimostrò grande coraggio. Nel tentativo di rallentare la discesa britannica il generale Luigi Frusci ordinò a Guillet di lanciarsi nel combattimento. Il vivo dello scontro fu raggiunto il 21 gennaio, quando nella furia dello scontro Togni si accorse che tre carri armati Matilda Mk II stavano per sorprendere alle spalle il tenente Guillet. Egli si preparò, allora, a sacrificarsi pur di avvertirlo. Con trenta uomini volontari, caricò il nemico, lanciando bombe a mano e combattendo con ferocia. Anche se solo il suo attendente sopravvisse, il gesto di Togni permise al suo comandante di prendere le contromisure necessarie.

Per il suo gesto, Togni fu insignito della Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Anche il nemico riconobbe il suo coraggio, citando l’azione di Togni come la più valorosa nella guerra in corso.

Oltre alla Medaglia d’oro, il militare ricevette anche altre onorificenze, tra cui la Medaglia d’argento e due Croci di guerra al valor militare, in memoria della sua dedizione al servizio.

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