Trieste, storia del quartiere romano

Nel cuore della Capitale sorge un quartiere dalla lunga storia. La zona, che attualmente ricade sotto il nome di Trieste, è stata infatti oggetto di occupazione umana già da epoca preistorica. Fra la Sedia del Diavolo (più precisamente la tomba di Elio Callistio, la quale sorge su una collinetta lungo l’antica via Nomentana) e il Monte delle Gioie si erano stazionate alcune popolazioni, seguite secoli dopo da gruppi sabini. Furono proprio questi ultimi a edificare sul monte Antenne un vero e proprio villaggio, Antemnae, che sembra possa essere stato uno dei luoghi colpiti dal celebre ratto delle Sabine. Nel territorio sono ancora presenti resti archeologici dell’insediamento.

La zona acquisisce una certa popolarità nel periodo romano post-repubblicano, quando vi sorsero numerose catacombe, fra cui quella titolata a Priscilla, lungo la Salaria.

Al tardo impero risale l’edificazione di un primo monumentale edificio basilicale dedicato a Sant’Agnese, sostituito, secondo il volere di papa Onorio I nella prima metà del VII d.C., da una seconda struttura in stile bizantino, sotto il nome di Sant’Agnese fuori le mura.

La fioritura

Il vero floruit per il quartiere giunse con l’unità d’Italia. Nel periodo immediatamente successivo, infatti, la zona del monte Antenne subì un importante processo di fortificazione, con l’edificazione di bastioni e di una imponente polveriera.

Fontana delle Rane nel quartiere Coppedè - Wikipedia
Fontana delle Rane nel quartiere Coppedè – Wikipedia

Il quartiere, tuttavia, nacque ufficialmente nel 1926 sotto il nome di Savoia, dopo il primo piano urbanistico risalente a poco meno di un ventennio prima, nel 1909. Fra la seconda metà degli anni ’20 e gli anni ’30 del secolo scorso la zona ebbe una spiccata vocazione all’edilizia di lusso. Risale, infatti, a quel periodo la nascita del quartiere Coppedè, per mano del celebre architetto Gino Coppedè, da cui trae il nome.

Fu già dagli anni ’30 che il quartiere venne occupato intensivamente da un forte processo di urbanizzazione, Sorsero condomini di lusso per impiegati statali o di cooperative e un grande parco, detto Virgiliano, a completare con del verde quello che si stava prospettando come uno dei quartieri più all’avanguardia della Capitale. Questo sarebbe testimoniato anche dall’istallazione, proprio in un palazzo al numero 87 di via Chiana, del primo ascensore mai costruito in Italia. L’episodio risale al ventennio fascista, quando l’inaugurazione fu presenziata da Mussolini in persona.

Durante la Seconda guerra mondiale, poco prima di acquisire la denominazione attuale, si narra che la zona sia stata testimone di una storia che sfocia nella fantasia. Nel quartiere, intorno a piazza Vescovio, si sarebbe aggirata una creatura terrificante, identificata come un lupo mannaro. A terrorizzare gli abitanti con urla e versi orribili era invece un malato mentale, successivamente ricoverato in manicomio.

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Gli anni Sessanta e Settanta

La grande speculazione edilizia si abbatté anche su questo piccolo angolo di serenità. Negli anni ’70 del ‘900 sorsero svariati edifici, anche in luogo di una monumentale fattoria Seicentesca, chiamata Tor Fiorenza. In quel periodo il quartiere sorse all’onore delle cronache per i numerosi omicidi politici che vi ebbero luoghi. Nel 1976, infatti, perse la vita a colpi di arma da fuoco il magistrato Vittorio Occorsio e quattro anni dopo lo stesso destino occorse ad un poliziotto, ucciso a poca distanza.
L’aria di oscura tristezza stesa sulla zona dai terribili eventi degli anni di piombo era, tuttavia, spezzata dalla forte voglia di leggerezza che caratterizzò il Paese proprio in quel periodo. Nacque, nel 1965, uno storico locale di Roma, che vide negli anni salire sul palco alcune fra le più importanti celebrità nazionali e internazionali. Sotto le luci del Piper debuttò persino una giovanissima Patty Pravo, sul finire degli anni ’60.

Il quartiere Africano

A completamento del quartiere si erge la sua zona nord, denominata quartiere Africano, in virtù dei nomi assegnati alle vie e ispirati alle colonie africane del Regno d’Italia. Questo sub-quartiere nacque originariamente, negli anni ’20, come residenza dei ferrovieri. Le costruzioni originarie sono ormai del tutto demolite, ma ne rimangono una parte dell’impianto viario, alcuni pregevoli edifici e delle palazzine più popolari.

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