A Carnevale ogni scherzo vale

Storia e origini dell’allegra festa di febbraio
Origine

Come la quasi totalità delle feste che siamo abituati a celebrare, anche il Carnevale ha antichissime origini pagane, soppiantate poi con l’arrivo del Cristianesimo, che andò gradualmente a sostituire i riti dei “falsi dei” con festività religiose legate al culto biblico.

Festività carnevalesche trovano un’ampia rassomiglianza con le dionisiache greche o i saturnali romani. In queste festività, si scioglievano gli obblighi sociali gerarchici. Ad esempio veniva ribaltato temporaneamente il ruolo tra il padrone e il servo. Le celebrazioni si svolgevano tra bagordi e dissolutezza.

L‘aspetto del Carnevale era simbolico e rappresentava il caos che sostituiva l’ordine costituito, che però riemergeva al termine della festa più forte e consolidato di prima, almeno fino al Carnevale successivo …

Il ciclo che veniva considerato è quello dell’anno solare. Nell’antica Roma, era stata importata la festa dedicata alla dea egizia Iside, che come racconta Lucio Apuleio vedeva la presenza di persone mascherate. La fine dell’anno passato veniva rappresentata invece, da un uomo coperto da pelli di carpa. Veniva portato in processione e colpito con bacchette. Questa figura veniva chiamata “Mamurio Veturio”. L’usanza di colpire, è sopravvissuta nel Carnevale ciociaro di Frosinone, dove la figura del Generale francese Championnet viene ripetutamente fustigata con la “radeca”.

L’origine della sfilata con i carri, invece, sembrerebbe derivare dalle “Antesterie”, feste celebrate in onore di Dioniso, divinità del vino. Il carro che sfilava era quello di colui che avrebbe dovuto restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale. Una credenza importata da Babilonia, dove dopo l’equinozio primaverile, avveniva il processo di rifondazione del cosmo a seguito della lotta tra il dio Marduk e il drago Tiamat. Anche durante questa rievocazione, sfilava una processione che rappresentava le forze del caos intente a contrastare la risurrezione di Marduk il salvatore. Il corteo vedeva partecipe anche una nave su ruote su cui il dio Luna e il dio Sole percorrevano la grande strada della festa verso il santuario di Babilonia.

Secondo la credenza, tutte le barriere tra i morti ed i vivi erano abbattute, il tempo era annullato ed essi potevano essere nuovamente contemporanei dei vivi. Tradizione poi inglobata nei testi biblici nel libro di Apocalisse.

Il Carnevale antico, veniva quindi inteso come una dimensione metafisica che riguardava l’uomo e il suo destino. Come un contatto tra gli spiriti dei defunti ed i viventi. I primi erano nuovamente liberi di circolare liberamente tra cielo, terra ed inferi. Il Carnevale rappresenta un varco dimensionale che si manifesta quando la terra comincia a manifestare la propria energia con l’arrivo della primavera.

Le anime dei defunti per non divenire pericolose verso i vivi devono quindi avere a disposizione dei corpi provvisori per poter vagare sulla terra. Ecco il perché delle maschere. La maschera stessa rappresentava spesso un significato apotropaico, ovvero volto a scacciare il malocchio, le negatività, assumendo l’aspetto sovrannaturale e le caratteristiche dell’essere impersonato.

Le forze sovrannaturali instaurano un regno di fecondità sulla Terra. I morti fraternizzano con i vivi, ed ecco perché in alcune culture si rappresentano gli antenati o le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi.

 

 

Dal Medioevo ad oggi

Tra il XV e il XVI secolo, la famiglia dei Medici di Firenze, organizzava il Carnevale su grandi carri chiamati “trionfi”. Le sfilate mascherate si accompagnavano ai Canti Carnacialeschi, di cui persino Lorenzo il Magnifico fu un celebre autore.

A Roma, più o meno nello stesso periodo, era organizzata la “Corsa dei Barberi”, con cavalli e la “Gara dei Moccoletti”, che consisteva in una lotta tra i partecipanti per spegnersi reciprocamente una candela accesa. Nonostante fosse una festa con origini pagane, la tradizione del Carnevale nella città eterna si mantenne viva a lungo, con il “Carnevale Romano”, che fu soppresso soltanto con l’Unità d’Italia.

Sempre in Italia, uno dei Carnevale più famosi, è sicuramente quello di Venezia. Seguono il Carnevale di Viareggio, quello di Acireale e quello di Ivrea. Sono presenti anche altri Carnevale famosi che andremo a scoprire, ma questi sono quelli che hanno travalicato i confini nazionali e che attirano annualmente migliaia di turisti dall’estero.

A Venezia il Carnevale conobbe una sospensione simbolica nel 1797 con l’invasione napoleonica, e successivamente quella austriaca, per timore che si verificassero disordini e ribellioni. La secolare tradizione del Carnevale veneziano è stata ripresa dopo due secoli, nel 1979.

Viareggio

Il Carnevale viareggino nacque nel 1873. A renderlo celebre ed averlo inserito nella Top Ten dei migliori Carnevale del mondo (assieme a Venezia), è l’imponente sfilata allegorica di carri. Essi spesso rappresentano enormi caricature di cartapesta di persone famose negli ambiti della politica, dello spettacolo o della cultura. Il primo carro di cartapesta nacque nel 1925. Oggi sono oltre 25 le ditte specializzate nell’allestimento, che offrono lavoro a oltre 1000 artigiani.

Acireale

Il Carnevale di Acireale è caratterizzato dalla presenza di carri decorati con migliaia di fiori freschi, di notte sfilano allestiti con luci colorate e scenografie in movimento. Ma se non vi piacesse la tranquillità del Carnevale siciliano, potete spostarvi in Piemonte ad Ivrea, dove questa festa si trasforma in una vera battaglia con le arance!

Ivrea

Il Carnevale di Ivrea si propone come una allegoria del popolo che si ribella al tiranno, ispirato ai fatti della guerra civile scoppiata a seguito dell’uccisione di Ranieri di Biandrate dalla mugnaia su cui voleva esercitare lo Ius Primae Noctis. Ovvero la becera usanza che autorizzava il Signore locale a impalmare la giovine che doveva convolare a nozze, prima del marito.

In questa rappresentazione storica, gli Aranceri che rappresentano il popolo, difendono le piazze a piedi, dagli Aranceri sui carri che rappresentano l’esercito reale. Le arance sostituiscono le frecce scagliate. E mentre la battaglia infuria, sfila il corteo della mugnaia, che distribuisce regali e dolci.

 

 

 

 

 

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