Statuti di Trevi a cura di Dante Zinanni

Strenna Ciociara 1974

L’Autore ha voluto donare alla Comunità trebana questa Strenna Ciociara nel 1974 a testimonianza di amore, di fiducia e di speranza. Amore, per ciò che è stata ed ha espresso nel volgere dei secoli la terra ciociara, fiducia nel valore e nelle fatiche delle sue popolazioni, speranza nel suo divenire che sarà frutto di quanto ciascuno saprà donarle per renderla più prospera, più conosciuta e più apprezzata.
Dono prezioso questa pubblicazione degli Statuti di Trevi nella ricorrenza del giubileo sacerdotale (1949-1974) dell’Autore, felice coincidenza con l’Anno Santo, perché mette in luce documenti inediti elaborati e resi accessibili a tutti. Due preziosi manoscritti dell’antico statuto di Trevi presentano contenuti e valori che caratterizzano positivamente l’esperienza storica dei padri, e mostrano come il popolo trebano sia ricco di valori umani e cristiani.

Significato dello Statuto

Lo Statuto di Trevi è la magna charta, cioè la somma delle norme e dei canoni su cui fu basata la vita politico-religiosa della comunità trebense dal secolo XVI fino alla metà del secolo XIX.
Esso esprime aspetti singolari della realtà storica del popolo trebano e rappresenta la fotografia più vera del passato della comunità, mostrandone la carica di umanità, la capacità di adattamento, il rispetto dell’interesse comunitario, lo spirito di servizio reciproco tra autorità e sudditi, la fede operosa e l’esigenza di pace.
L’opera, ricca di contenuti storico-giuridici, tocca orizzonti culturali al di là dei ristretti confini comunali, per finire a interessare non solo i cittadini di Trevi, ma tutti gli studiosi e gli amatori di storia, di arte e di tradizioni popolari.
Lo Statuto di Trevi fu emanato dal cardinale Francesco Colonna il 16 aprile del 1534, dopo essere stato sancito dal popolo, radunato in parlamento. E’ difficile dire se fosse esistito in precedenza una copia in lingua latina perché finora non se ne hanno traccia, può essere andata persa sotto la dominazione feudale dei Caetani, come può non essere mai esistita. Sta di fatto che lo statuto trebense ha un contorno netto e ben delineato che fa pensare ad una preesistente matrice in lingua latina, dal momento che tutti gli statuti risultano in genere trascritti in latino, che in età comunale fu la lingua ufficiale degli atti curiali e giudiziari.
Il cardinale Francesco Colonna nel 1534 non fece che rafforzare il nucleo originale della legislazione trebense con alcune norme dello statuto d Subiaco di Torquemada, adeguando le antiche e valide formule comunali alle nuove strutture governative imposte dal commendatario all’abbazia di Subiaco, cui Trevi era ormai soggetta.

Statuti Trevi

I cinque libri dello Statuto

Lo Statuto, ricavato da tre codici in volgare, è diviso in cinque libri. Liber primus, introdotto da un elenco delle feste religiose da rispettare, tratta le cause civili, (Tabula causarum civilium). Liber secundus, preceduto da un proemio, tratta le cause criminali, (Tabula maleficiorum et rerum criminalium). Liber tertius tratta i danni arrecati (Tabula damnorum datorum). Liber quartus tratta norme straordinarie (tabula extraordinariorum). Liber quintus tratta alcune norme particolari.

Dante Zinanni

Dante Zinanni

Dante Zinanni, sacerdote, studioso, versatile genio della terra ciociara, figlio illustre di Trevi nel Lazio, dove era nato il 17 dicembre 1926 era solito donare preziosi volumi di Strenna Ciociara in appuntamenti annuali di promozione culturale e trasmissione scientifica e documentata sulla storia, l’arte, la cultura, opere finalizzate alla riscoperta della città natale di Trevi e del territorio ciociaro.
A perenne riconoscenza per le sue preziosissime opere la comunità di Trevi, a dieci anni esatti dalla sua morte, il 22 gennaio 2017 ha inaugurato un cippo alla sua memoria nella sua città natale.

Cippo in onore di Dante Zinanni

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