Ti amo, da morire

Foto concessa gentilmente dalla pagina Facebook “Trevi nel Lazio”
https://www.facebook.com/Trevi-nel-Lazio-114079397584/?epa=SEARCH_BOX

Trevi nel Lazio: la storia di Crinia, la ragazza che si suicidò per amore.

A chi di noi non è mai capitato almeno una volta nella vita di pronunciare le fatidiche parole “Ti amo da morire”, o “Ti voglio bene da morire”, per esprimere il nostro affetto nei confronti di qualcuno? Sono parole che spesso e volentieri pronunciamo senza dar loro molto peso; sono solo parole insomma. Tuttavia, c’è chi ama davvero da morire, in senso letterale.

In effetti non è poi così raro che l’idea della morte venga associata al sentimento dell’amore; questo avviene frequentemente in letteratura, nell’arte, ma anche nella realtà.

Ed è proprio nel piccolo paese di Trevi nel Lazio che una giovane donna di nome Crinia decise di porre fine alle sue pene d’amore ricorrendo al suicidio. Con lo scorrere degli anni la storia è stata tramandata oralmente dagli stessi abitanti del paese. L’accaduto non è poi troppo lontano nel tempo, poiché alcuni degli abitanti più anziani, raccontano di ricordare la stessa Crinia. La storia risale circa ad una settantina di anni fa, quando la ragazza aveva più o meno vent’anni.

Si dice che Crinia stesse soffrendo per amore, un amore forse non approvato dai suoi stessi genitori. Proprio per questo motivo, decise di buttarsi giù dal Ponte delle Tartare, conosciuto da sempre anche sotto il nome di Pentema.

Il Ponte delle Tartare è situato lungo la strada che collega gli Altipiani di Arcinazzo e Trevi. Si tratta di un luogo molto suggestivo, particolarmente affascinante nella stagione invernale, quando al mattino la rugiada si posa su ogni superficie donando un singolare senso di brillantezza al paesaggio. Tuttavia, la Pentema mantiene il proprio fascino anche nelle stagioni più calde; il luogo è protagonista di meravigliosi scatti di appassionati di fotografia.

Le versioni …

Riguardo la vicenda di Crinia, c’è chi racconta una versione un po’ diversa, secondo la quale la madre della giovane stressava la figlia poiché ancora non maritata, mentre tutte le sue amiche lo erano. Probabilmente, a seguito di una lite con sua madre, la ragazza scappò di casa e si recò verso il Ponte delle Tartare. Alcuni pescatori dissero di averla vista passeggiare lungo il fiume, ma dopo pochi giorni venne trovata priva di vita sulle rocce. Si può anche ipotizzare che non si sia trattato di un suicidio e che, dunque, Crinia sia scivolata.

Attorno all’accaduto, col tempo, sono nate anche molteplici dicerie: c’è chi sostiene infatti di aver visto una ragazza accovacciata lungo le sponde del fiume Aniene. Addirittura ne è scaturita una leggenda secondo la quale, ogni cinquant’anni dalla sua morte, il fantasma della ragazza si mostri proprio nel luogo in cui venne trovata morta. L’idea del fantasma ci conduce inevitabilmente alla letteratura. Basti pensare, ad esempio, al fantasma di Catherine, protagonista del romanzo di Emily Brontë, il più romantico dei romanzi vittoriani, Cime tempestose. Il fantasma si aggira nella brughiera tormentando l’animo di un Heathcliff ormai non più giovane. Quest’ultimo ha amato la capricciosa Catherine per tutta la sua vita, ma non ha mai avuto la possibilità di sposarla a causa della sua condizione sociale. Il loro amore viene paragonato ad una roccia, perché proprio come quest’ultima è un qualcosa che permane. Al tempo stesso però una roccia è sterile e lo stesso va detto del loro amore che, secondo la mentalità vittoriana, non avrebbe portato a nulla. Infatti Catherine sposa un altro uomo, il ricco Edgar Linton. Tanti anni dopo la morte dell’amata, Heathcliff ne è ancora ossessionato, tant’è che il fantasma è in realtà solamente una sua fantasia. Alla fine, il protagonista esprime il proprio desiderio di essere sepolto accanto a Catherine. Chiede addirittura che le due bare vengano aperte su un lato in modo tale che i due corpi possano unirsi e realizzare così, almeno nella morte, ciò che non sono stati in grado di realizzare nella vita.

Lo stesso potrebbe essere accaduto a Crinia. Potrebbero essere infinite le ragioni per le quali la ragazza abbia deciso di porre fine alla propria preziosa vita in questo modo. C’è anche chi dice che la giovane soffrisse di depressione o di epilessia.

Come nel caso del romanzo della Brontë, potremmo dire che si sia trattato anche per Crinia di una ragione economica, oppure potremmo azzardare che tra la sua famiglia e quella dell’uomo di cui era innamorata non scorresse buon sangue. A questo punto ci verrebbe in mente una delle storie d’amore più popolari al mondo, la tragedia in cinque atti di William Shakespeare, Romeo e Giulietta. Sappiamo per certo, infatti, che Capuleti e Montecchi sono in continua lotta tra loro. Ci sono poi questi due giovanissimi protagonisti che si innamorano andando a sconvolgere ulteriormente la situazione. E così come Giulietta era promessa a Paride, potremmo pensare che anche Crinia fosse in realtà promessa ad un altro uomo. Giulietta, pur di evitare un matrimonio privo d’amore, inscena la propria morte bevendo una pozione che, in realtà, le provoca solamente un sonno profondo. Ignaro di tutto ciò, Romeo è convinto che sia morta davvero, così decide di avvelenarsi. Giulietta, al suo risveglio, disperata dinanzi al cadavere del suo Romeo, afferra un pugnale e si trafigge il petto.

Continuando a parlare di suicidi avvenuti per amore non possiamo assolutamente non fare riferimento al romanzo epistolare che ci viene proposto dallo scrittore tedesco Goethe, I dolori del giovane Werther. Il protagonista, Werther, è innamorato della giovane Charlotte, la quale però è promessa sposa ad un altro uomo, Albert. Questo amore impossibile tormenta l’animo dell’innamorato, il quale alla fine del romanzo decide di suicidarsi, ma prima di farlo scrive una commovente lettera di addio alla sua amata.

Altri casi

Ma non è solamente il ricordo di Crinia che gli abitanti di Trevi nel Lazio conservano con cura. C’è infatti un altro caso, stavolta un po’ più recente: il caso di un giovane caduto in depressione a causa di un amore non corrisposto. La sofferenza era così forte che lo portò al suicidio. Il ragazzo si impiccò nella zona dei Vignai, dove le persone portavano il bestiame a pascolare. E fu proprio dai pastori che il suo corpo venne ritrovato.

Stefania Mosetti

Condividi