Risi e Bisi, gastronomia veneta

La gastronomia, al pari di altri aspetti, fa parte della nostra quotidianità: quanti piatti e pietanze ci ricordano della nostra infanzia? E quanti manicaretti raccontano la storia del territorio? Ogni regione, infatti, ha i suoi tipici e tradizionali: da Nord a Sud, passando per il Centro è possibile degustare molte pietanze.

In zona veneta è comune quello che in dialetto è chiamato “risi e bisi”, ovvero riso e piselli. È un primo piatto che, però, è difficile da categorizzare; per la sua densità, infatti, è tra un risotto e una minestra. In tutta la regione è preparato con ingredienti del luogo, come a Vicenza, dove è usato il riso di Grumolo delle Abbadesse e con i “bisi” di Lumignano.

Piatto Risi e Bisi, foto di Ilaria22. Wikipedia.

Nella ricetta tradizionale è usata ogni parte del pisello, compreso quindi il baccello, che viene bollito per ottenere il brodo, nel quale poi verrà cotto il riso. Oggi, in alcuni ristoranti locali, è aggiunta la pancetta per dare maggior sapore al piatto.

La storia di questo gustoso affonda le sue radici nella Repubblica di Venezia, la Serenissima, dove iniziò a essere preparato per celebrare la primavera. Questo non è caso perché, proprio in quella stagione, iniziava la raccolta di piselli. Divenne poi il piatto che veniva servito al Doge in occasione dei festeggiamenti in onore del patrono San Marco che cadevano il 25 aprile. Da questo momento poi la sua tradizione si diffuse in tutta la regione. Non tutti però concordano su quest’origine, è possibile che la sua nascita sia legata alla cultura bizantina: infatti, usavano unire il riso ad altri ingredienti.  Sono inoltre noti i contatti tra Venezia e l’Impero bizantino; è quindi plausibile credere che la prima forma di “Risi e bisi” sia frutto proprio dei loro rapporti.

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