Kamagasaky: il quartiere più povero e malfamato del Giappone

Se pensiamo al Giappone le prime parole che ci vengono in mente, saranno sicuramente: ordine, tecnologia, modernità e sushi. Nella nostra concezione, dunque, è difficile immaginare che ci siano delle sorta di favela o quartieri in cui la criminalità e la povertà sono all’ordine del  giorno. Eppure a Sud della città di Osaka, sembra così. Si tratta del quartiere di Namagasaky ed è la favela più grande del Giappone.

Immagine della stazione del quartiere di Kamagasaky. Foto di Ogiyoshisan. Wikipedia.

Il nome Namagasaky nacque nel 1922 e fu in uso nella toponomastica giapponese fino al 1966 quando gli fu cambiato nome; nonostante questo, nell’uso comune è sempre utilizzato Namagasaky. Secondo molti, deriverebbe dal cibo che dagli anni Venti era distribuito ai senzatetto che iniziarono ad accamparsi in quella zona.

La storia però inizia ben prima degli anni Sessanta; infatti, già dagli inizi dell’Ottocento, durante la dinastia Edo, molti iniziarono a costruire alloggi di fortuna, soprattutto di legno.

Immagine di uno dei festilval organizzati. Foto di Kamagasaki450. Wikipedia.

Nei primi anni del Novecento, poi, il quartier divenne un problema urbano per la sua espansioni senza limiti e sociale, poiché frequentemente si creavano focolai di varie malattie a causa delle scarse condizioni igieniche. Il governo, così, decise di abbatterlo, ma l’intenzione non fu mai concretizzata.

Oggi è tra i quartieri più grandi e popolati del Giappone e sebbene la nome sia quella di malfamato e povero, le recenti indagini dimostrano che sia in lieve miglioramento; infatti, è sceso il tasso dei disoccupati e dei senzatetto. Inoltre, periodicamente gli abitanti organizzano festival e mostra per far cessare questa cattiva nomea.

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