L’ Abbazia di Santa Maria delle Carceri nella bassa padovana

Il chiostro dell’Abbazia di Carceri
Fondata nel XII secolo come ospizio per i pellegrinaggi diretti verso Roma, lungo la via padovana
Veduta aera dell’Abbazia nel comune di Carceri

L’abbazia di Santa Maria delle Carceri, conosciuta anche come abbazia di Carceri, è un’abbazia situata nel comune di Carceri nella bassa padovana. L’ Abbazia è risalente all’anno mille. Fondata nel XII secolo come ospizio per i pellegrinaggi diretti verso Roma, lungo la via padovana. I Monaci Agostiniani avviarono sul territorio di Padova, che era spesso soggetta ad inondazioni dell’Adige, un’imponente opera di bonifica. Gli agostiniani lasciarono però Carceri in seguito a numerose carestie e pestilenze che decimarono la comunità. Subentro l’ordine dei Camaldolesi. Si deve a loro la grande crescita delle attività lavorative e sociali di tutto territorio circostante.

La chiesa dell’Abbazia

Venne costruita una cinta muraria, quattro chiostri ed una biblioteca. Vi costituirono una vera e propria Accademia di Studi. Oggi purtroppo rimane solo una foresteria, una struttura sobria e armoniosa della costruzione appare adatta a documentare l’esercizio dell’ospitalità curata dai Monaci. E un chiostro di 24 colonnine in marmo rosso di Verona, variamente abbinate e composite, che sostengono altrettanti capitelli e archetti formando una struttura leggera ed elegante.

Gli affreschi della Biblioteca
Durante la seconda guerra mondiale, le opere più preziose della Biblioteca nazionale Marciana di Venezia furono ospitate nell’abbazia di Carceri.

L’abbazia divenne quindi un centro di potere temporale e spirituale tra i più importanti del Veneto. Nel Seicento un enorme incendio e le necessità economiche della Repubblica di Venezia (impegnata contro i Turchi nella Guerra di Candia) portarono Papa Alessandro VIII a decretare la soppressione dell’Abbazia.

Il chiostro dell’Abbazia di Carceri

Venne messa all’asta per ricavarne fondi al fine di finanziare le campagne militari della Guerra dei Veneziani contro i turchi che minacciavano l’integrità dell’Europa. Del periodo camaldolese rimangono il chiostro del XVI secolo e l’attuale Chiesa, sui resti delle chiese che si sono incendiate. Il Battistero, presbiterio e coro sono le uniche parti salvate dall’incendio della chiesa romanica del 1242.

Il chiostro

Rimane parte della biblioteca cui, dispersi i preziosi volumi, rimangono i locali oggi denominati sala degli affreschi. Nel 1600 passo in mano privata. L’abbazia stessa e le sue adiacenza vennero trasformate in una grande fattoria ed adattate alle nuove esigenze. Del periodo in cui fu proprietà della famiglia Carminati restano la villa (oggi canonica) il cui piano nobile è decorato da affreschi ed intarsi. La famiglia bergamasca ne fece un’azienda agricola.

Il Battistero. L’Annunciazione, sullo sfondo sagome dei Colli Euganei

A causa dei continui passaggi di proprietà l’abbazia lentamente decadde, fu oggetto di saccheggi, furti, spoliazioni, privata di tutto ciò che poteva servire ai poveri abitanti della zona. Durante la seconda guerra mondiale, le opere più preziose della Biblioteca nazionale Marciana di Venezia furono ospitate nell’abbazia di Carceri. Nel 1951 i conti Carminati, dopo aver venduto tutte le terre circostanti, donarono quanto rimaneva di tutto il complesso edilizio, ormai fatiscente, alla parrocchia di Carceri.

Museo della civiltà contadina

Da metà degli anni novanta un gruppo di volontari è impegnato alla ristrutturazione del monastero e della foresteria per riportare l’abbazia al suo antico splendore. All’interno del complesso architettonico è stato realizzato un piccolo museo della civiltà contadina. Le visite accompagnate, per Gruppi organizzati e per Scolaresche, sono possibili in tutti i giorni della settimana. È necessaria la prenotazione tramite e-mail o telefonata. Mail: [email protected]. Tel. 0429 619 749

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