Nacque prima l’uovo o la Pasqua? Storia e origini della celebrazione più antica

Pasqua cristiana e Pasqua Ebraica, le origini e le differenze

Quasi tutti festeggiamo la Pasqua, alcuni per tradizione cristiana, altri per semplice tradizione, legati al ricordo dei banchetti a base di agnello e abbondanza di cioccolata, con le classiche uova pasquali; ma quali sono le origini cristiane e pagane di questa festività?

Secondo il credo cristiano, la Pasqua celebra la resurrezione di Gesù Cristo al terzo giorno della sua morte, quale prova della sua divinità, come descritto dai Vangeli; la data ricade a seconda dei cicli lunari, ovvero la domenica successiva al primo plenilunio di primavera.

Con la Pasqua cristiana si festeggia la Nuova Alleanza e l’avvento del Regno di Dio, si rende grazie a Gesù per il suo sacrificio di essere perfetto per la salvezza dell’umanità imperfetta, liberandola dal peccato originale, dando agli uomini la possibilità di riscattarsi per accedere al Paradiso.

La Pasqua cristiana, ritrova alcune analogie anche con la Pasqua ebraica (Pesach), che invece celebra la fuga degli ebrei dall’Egitto, grazie a Mosè ed è simbolicamente rappresentata dall’immolazione dell’agnello e dal pane azzimo, ovvero un pane privo di lievito, che venne preparato per essere pronto in breve tempo e consentire ai fuggiaschi, di avere una fonte di sostentamento nutriente e di lunga conservazione.

La parola Pesach, infatti, significa “passare oltre” e si rifà al racconto della decima piaga, ove gli ebrei segnarono con il sangue dell’agnello le porte delle proprie case, permettendo a Dio di “passare oltre” e colpire i primogeniti egiziani, compreso il figlio del Faraone.

La Pasqua ebraica ha una durata di sette giorni, durante i quali si consuma solo il pane tradizionale azzimo, in memoria dell’avvenuta liberazione del popolo israelita oppresso in Egitto; nella tradizione ebraica ortodossa (una frangia più osservante della religione ebraica), addirittura è previsto l’uso di stoviglie apposite per consumare i pasti.

Il cristianesimo ha ricalcato la Pasqua Ebraica con alcune modifiche di interpretazione, che hanno differenziato le due festività significativamente; le Scritture in merito, riferiscono che Gesù è morto in croce nel venerdì precedente la celebrazione ebraica della fuga dall’Egitto, che cadeva di sabato quell’anno, risorgendo il giorno successivo, in seguito associato alla domenica.

Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi scrisse che: “Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è resuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture”, dando di fatto una accentuazione sull’adempimento delle Sacre Scritture, cancellando nei giudeo-cristiani il concetto di “attesa messianica”, dando un nuovo significato, nel ricordo della Passione di Cristo (la sofferenza e l’agonia) e la Resurrezione; Il passaggio a questa nuova interpretazione è già chiaramente avvertito sempre nella Prima Lettera ai Corinzi dell’Apostolo Paolo, dove scrive: “Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, ma con azzimi di sincerità e verità”.

Sempre secondo la tradizione cristiana, la Pasqua è preparata da un periodo di digiuno di 40 giorni, la cosiddetta Quaresima, con eccezione del Rito Ambrosiano, ha inizio il Mercoledì delle Ceneri; La settimana precedente all’inizio della Pasqua è detta Settimana Santa ed è dedicata a solenni celebrazioni e al silenzio,alla contemplazione.

Si inizia poi con la Domenica delle Palme, che celebra l’arrivo di Gesù in Gerusalemme, accolto da una folla festante, che agitava dei rametti di palma; oggi tradizionalmente vengono distribuiti ancora questi intrecci di foglie di palma.

Il Giovedì Santo si celebra la Messa Crismale, dove i Vescovi consacrano gli oli santi (olio dei catecumeni e olio degli infermi), che verranno adoperati durante l’anno per i battesimi e le cresime; inoltre vengono ordinati i Sacerdoti e viene celebrato il sacramento dell’Unzione degli Infermi.

Il Venerdì Santo viene officiata l’Azione Liturgica nella Passione del Signore, non viene celebrata una messa, ma viene ricordata la morte di Gesù Cristo in croce; anche nel Sabato Santo non si celebra messa, poiché la Veglia Pasquale, pur tenendosi di sabato sera è associata alla Domenica di Resurrezione.

Le Tradizioni Pagane

L’uovo pasquale trae le sue origini dal Medioevo, rappresentando con la sua forma la pietra del Sepolcro della Resurrezione, ma anche la vita, la rinascita; prima della cioccolata (scoperta con le Americhe) venivano donate uova decorate, alla servitù come simbolo della rinascita primaverile della natura, con l’espansione del Cristianesimo, assunsero il significato della rinascita dell’uomo in Cristo.

Questa tradizione nacque probabilmente in Germania, dove le uova venivano fatte bollire con uova o fiori per dare tonalità colorate al guscio, ma si diffuse tra il ceto nobiliare la tradizione di creare uova artificiali con materiali preziosi, quali oro, argento, platino e pietre preziose; celeberrimo “l’uovo Fabergè”, creato dall’omonimo orafo nel 1883, composto da un primo strato di platino smaltato di bianco, al cui interno vi era un ulteriore uovo d’oro, contente due doni, destinati alla Zarina Maria di Russia, contribuendo a far nascere la tradizione di inserire dei doni all’interno delle uova.

In verità, lo scambio delle uova trae origini ancora più antiche del Medioevo, come documentato tra gli antichi Persiani, che sempre in avvento della stagione primaverile scambiavano semplici uova di gallina, così come gli Egiziani che consideravano il cambio di stagione, come la rinascita, l’inizio di un nuovo anno; la figura pagana dell’uovo si ritrova in Grecia, in Cina, con l’uovo cosmogonico in India, Iran, Polinesia, Indonesia, Lettonia, Fenicia, Estonia, Finlandia, Africa ed Americhe.

In Russia e in Svezia sono stati rinvenute numerose uova di creta all’interno dei sepolcri e le statue di Dioniso, trovate nelle tombe,  in Beozia,  tengono un uovo in mano, simbolo di rinascita a nuova vita; in Grecia gli adepti dell’Orfismo non potevano nutrirsi di uova, poiché significava interrompere il ciclo delle reincarnazioni.

Un altro dei simboli importati nella Pasqua, è il cosiddetto “Coniglietto Pasquale”, che trae origini nelle culture dell’Europa Occidentale, simboleggiando la fertilità, attraverso questo animale prolifico, che si riproduce attivamente proprio nel periodo primaverile; nei paesi anglosassoni è il coniglietto che lascia doni ai bambini, mentre in Italia la tradizione si è affermata di recente con la commercializzazione di peluche e conigli di cioccolata da vendere con le uova.

In Italia persistono alcune tradizioni, come a Firenze, dove si allestisce davanti alla Basilica di Santa Maria Novella un carro pieno di fuochi d’artificio, o a Teggiano in provincia di Salerno i figli baciano i piedi dei genitori, chiedendone il perdono; in Toscana nella zona della Versilia le donne dei marinai chiedono invece perdono a Gesù baciando il suolo scandendo il ritornello: “Terra bacio e terra sono, Gesù mio chiedo perdono”.

A Coriano, nel riminese si accendono i falò la sera della vigilia, in Abruzzo si aggiunge acqua benedetta al cibo e in Venezia Giulia  se ne beve mezzo bicchiere a digiuno, per poi mangiare due uova sode con una focaccia e vino bianco; il fuoco benedetto viene acceso anche a Bolzano e su un carro movente a San Marco in Lamis, in Puglia.

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