L’uomo che si salvò costruendo una moto nel deserto
Emile Leray: l’“ingegnere del deserto” che costruì un’auto dal nulla nel Sahara
Nel cuore rovente del Sahara, un uomo solo, con pochi strumenti e una forza d’ingegno fuori dal comune, ha dato vita a una delle storie più incredibili di sopravvivenza e inventiva meccanica del XX secolo. Il suo nome è Émile Leray, ex ingegnere elettronico francese, diventato celebre per aver trasformato un’auto distrutta in un’improbabile motocicletta per salvarsi da una situazione disperata.

L’inizio dell’impresa
Era il 1993 quando Émile Leray partì per un’avventura solitaria nel deserto del Marocco a bordo della sua Citroën 2CV, l’iconica “deux chevaux” francese. L’idea era di esplorare la regione senza troppe distrazioni, godendosi la vastità e il silenzio del Sahara. Ma durante il viaggio, incappò in una pattuglia della polizia che gli impedì di proseguire lungo una strada militare. Così Leray decise di tagliare attraverso il deserto, ma presto il suo veicolo urtò una grossa roccia e si ruppe irrimediabilmente.
La sopravvivenza come unica opzione
Bloccato a decine di chilometri dal centro abitato più vicino, in un ambiente ostile e privo di copertura telefonica, Leray comprese subito che attendere i soccorsi sarebbe stato inutile. Con pochi litri d’acqua e qualche provvista, decise di usare ciò che aveva: la carcassa della 2CV.

L’ingegno al servizio della vita
Utilizzando nient’altro che gli strumenti a bordo e la propria conoscenza della meccanica, Leray impiegò 12 giorni per costruire un veicolo rudimentale: una sorta di motocicletta artigianale, realizzata con il motore, le ruote anteriori e parte del telaio della vecchia Citroën. Il suo ingegno fu sorprendente: ogni pezzo aveva una nuova funzione, ogni bullone era essenziale.
Il ritorno alla civiltà
Dopo aver ultimato il mezzo e verificato che fosse in grado di muoversi, Émile Leray riuscì a raggiungere un villaggio. La sua storia fece rapidamente il giro del mondo, ispirando ingegneri, avventurieri e appassionati di meccanica. Il suo “motociclo del deserto” è oggi conservato come simbolo di resilienza e genialità.

Un simbolo di autodeterminazione
La vicenda di Leray è molto più di un racconto avventuroso: è una dimostrazione straordinaria di creatività sotto pressione, capacità di adattamento e tenacia umana. In un’epoca in cui la tecnologia tende a renderci dipendenti, la sua storia ricorda il potere dell’ingegno umano anche nelle condizioni più estreme.
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Émile Leray oggi è ricordato non solo come un avventuriero, ma come un esempio vivente di ciò che significa non arrendersi mai.