Il sacrificio di Ibrahim, ascaro eroe, fedele fino all’ultimo
Ibrahim Farag Mohammed è stato un sottufficiale eritreo della Regia Marina italiana, ricordato per il suo straordinario coraggio e spirito di sacrificio durante il periodo coloniale italiano in Africa.
Origini e carriera militare
Nato nel 1908 a It Atba, un villaggio dell’Eritrea, Farag Mohammed si arruolò nel 1925 nei Reparti indigeni della Regia Marina. Ibrahim venne imbarcato Regia Nave Campania e partecipò a operazioni militari lungo le coste della Migiurtinia (nell’attuale Somalia), contro le forze del sultano Osman Mahamuud. Durante una missione a Bargal il 28 ottobre 1925, fu coinvolto in un’azione difensiva durata 22 ore all’interno di una moschea, resistendo fino all’arrivo dei rinforzi. Per questo atto di valore, ricevette la Croce di Guerra al Valor Militare e fu promosso al grado di muntaz.
L’ultima missione e il sacrificio
Nel marzo 1941, Farag Mohammed si imbarcò sul cacciatorpediniere Manin per una missione contro Porto Sudan. Durante l’operazione, la nave fu affondata da attacchi aerei nemici. Sopravvissuto al naufragio, Farag cedette il proprio posto su una scialuppa a un marinaio ferito e rimase aggrappato all’esterno dell’imbarcazione per un giorno e una notte. Sfinito, si lasciò andare tra i flutti dopo aver salutato il suo comandante.
Riconoscimenti e memoria
Un segno tangibile del suo gesto eroico, la Medaglia d’oro al Valore Militare, assegnata postuma nel 1947. È uno dei soli due soldati indigeni a ricevere questa onorificenza nella storia coloniale italiana. Nel 2012, la città di Brescia ha dedicato una sezione dell’Unione Nazionale Sottufficiali Italiani alla sua memoria, riconoscendo il suo sacrificio e il contributo degli ascari eritrei alla storia militare italiana.
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La storia di Ibrahim Farag Mohammed rappresenta un esempio di dedizione e coraggio, e il suo ricordo continua a essere onorato come simbolo di lealtà e sacrificio.