Judy, la cagnetta che fu internata
Judy, l’eroina pointer prigioniera in Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale
Tra le pagine spesso dimenticate della Seconda Guerra Mondiale, si trova la straordinaria storia di Judy, una pointer dal coraggio indomabile che condivise il destino dei prigionieri britannici sotto il duro regime giapponese.
Le origini di Judy
Nata nel 1936 a Shanghai, Judy fu adottata dalla Royal Navy e assegnata alla nave canoniera HMS Gnat, che pattugliava il fiume Yangtze. Nonostante la giovane età, Judy mostrò fin da subito un olfatto eccezionale e una sensibilità particolare nel percepire i pericoli imminenti, tanto che divenne rapidamente la beniamina dell’equipaggio.
Nel 1939, con l’espandersi del conflitto, venne trasferita sulla HMS Grasshopper, impegnata nelle delicate missioni di evacuazione mentre le forze giapponesi avanzavano nella Malesia britannica.
La naufragio e la cattura
Nel febbraio 1942, la Grasshopper venne colpita e affondata durante un bombardamento. Judy, insieme ai sopravvissuti, affrontò un’odissea estenuante attraverso la giungla di Sumatra, tra fame, malattie e attacchi degli animali selvatici.
Alla fine del viaggio, tuttavia, fu inevitabile la cattura: Judy e i suoi compagni finirono nel campo di prigionia di Medan, uno dei tanti gestiti dall’esercito imperiale giapponese.
Judy, prigioniera di guerra
Fu nel campo che avvenne qualcosa di incredibile: il sergente Frank Williams, vedendo quanto Judy fosse amata dai prigionieri e come riuscisse a migliorare il morale tra gli uomini, convinse i comandanti giapponesi a riconoscerla ufficialmente come “prigioniera di guerra”. Un gesto senza precedenti.
Nel campo, Judy si dimostrò un’alleata preziosa. Scovava cibo nascosto, segnalava l’arrivo delle guardie, proteggeva i compagni da serpenti e altri pericoli della giungla. In più di un’occasione, rischiò la vita per difendere i prigionieri, diventando un simbolo vivente di speranza.
Il ritorno e la gloria
Con la fine del conflitto nel 1945, Judy fu rimpatriata in Gran Bretagna, dove fu accolta come un’eroina. Per il suo straordinario coraggio e il contributo al morale dei prigionieri, le fu assegnata la Dickin Medal, l’equivalente della Victoria Cross per gli animali.
Judy visse i suoi ultimi anni serenamente accanto a Frank Williams, il suo salvatore e amico, fino alla sua morte nel 1950.
Un’eredità immortale
La storia di Judy non è solo il racconto di un cane coraggioso: è la testimonianza di come l’amore, la lealtà e il coraggio possano sopravvivere anche negli orrori della guerra. Oggi il suo ricordo vive nei libri, nei monumenti commemorativi e nei cuori di chi conosce il suo straordinario esempio.