I Signori della Notte nella Serenissima

Le buie notti della Serenissima celarono per lungo tempo crimini e atti pruriginosi, di cui talvolta furono protagonisti persino celebri esponenti della società veneziana. A rendere più sicura la città, già dal XII secolo, intervennero i Signori della Notte, con la loro temibile aura di potere.

A partire dal XII secolo, nella documentazione civica di Venezia, apparve una nuova magistratura, destinata a sopravvivere a lungo. I Signori della Notte al Criminàl, incaricati di reprimere i delitti più gravi perpetrati durante le ore notturne, comparvero dapprima in numero di due, divenendo successivamente sei, uno per ogni sestiere. Alle loro dipendenze, poi, agiva un corpo specializzato che potesse provvedere agli arresti.

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I loro compiti divennero ben presto più numerosi e articolati. Essi dovettero vigilare, e impedire, furti, omicidi, reati carnali, percosse, porto d’armi non autorizzato, vagabondaggio, schiamazzi notturni, diserzione delle galee, e molto altro. I Signori, scelti fra i Patrizi, si riunivano in una sala a loro dedicata del Palazzo Ducale, conosciuta come Camera del Tormento. Lì avvenivano interrogatori e processi, perlopiù nella notte, durante i quali non era infrequente il ricorso a tecniche e strumenti di tortura, come il supplizio della corda. La sentenza emessa, poi, sarebbe stata appellabile solo con il ricorso alla Quarantia Criminale, attraverso l’intervento degli Avogadori de Comùn.

Solo dal 1544 la magistratura venne integrata, con l’istituzione dei Signori della Notte al Civìl, ai quali venne assegnata parte delle competenze già di pertinenza dei colleghi. Essi avrebbero vigilato sulla corretta applicazione di sentenze straniere, sul rispetto della messa al bando per criminali e indesiderati, e sulla vendita di pegni, oltre a sostituire tutte le magistrature non attive durante i giorni festivi.

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