Venezia architettura. Alla Giudecca nel richiamo alla tradizione

Complesso residenziale di Gino Valle alla Giudecca, (1984-86). Un’edilizia di piccole dimensioni. Il complesso si sviluppa in maniera longitudinale, da ovest ad est, seguendo il tracciato della calle dei Lavraneri, e si basa su tre tipologie edilizie che si compongono entro un reticolo modulare quadrato.

“L’insediamento residenziale – spiega la presentazione di archidiap – è di 94 alloggi da 46 a 90 metri quadri, per circa 36.000 metri cubi complessivi e si estende a “tappeto”, inclinato verso sud in modo da garantire a tutti gli alloggi una vista sulla laguna. Ad una prima visione ciò che colpisce immediatamente è la profonda analogia tettonica con l’edilizia industriale caratteristica dell’isola, il percorso di accesso alle singole abitazioni è caratterizzato dalla presenza fisica dei muri, la quale andrà aumentando, rinforzando la sensazione di intimità.

Agli estremi ovest ed est ci sono 5 edifici in linea alti quattro piani, “le torri”, le quali si presentano, lungo il canale, come un’unica massa muraria ritmata verticalmente dagli arretramenti delle terrazze e dal timpano interrotto. Il corpo centrale, ad alta densità, risulta costituito da tre fasce di alloggi, detti “a tappeto”, con direzione est-ovest e con altezza decrescente da 4 a 2 piani da nord verso sud; queste fasce compongono una piastra lunga circa 100 metri e larga 35.

A sud invece una fila di alloggi a schiera alti due piani chiude il complesso e rappresenta il margine con la laguna. Da questo schema geometrico vengono sottratti volumi per creare vuoti e spazi comuni quali il campo, il sottoportico, la calle, il campiello e la corte, dando luogo ad una ricchezza di situazioni spaziali che si richiama alla tradizione locale.

I muri guidano il passo e inquadrano la visione dell’architettura, quasi sempre obliqua: la sequenza di ingresso prepara così a una scoperta graduale “dell’altro” muro, visibile su tutta la lunghezza solo quando si arriva quasi a toccarlo, ne consegue che l’ortogonalità del sistema distributivo non è quella rigida e neutrale di una scacchiera ma piuttosto una rete sottile di eccezioni e differenze che viene percepito nell’esperienza del percorso”.

Gino Valle (1923-2003) si laurea all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia nel 1948 e entra subito nello studio del padre Provino. Grazie a una borsa di studio Fulbright, nel 1951 consegue il Bachelor of city and regional planning alla Harvard Graduate School of design a Cambridge (USA). Dalla fine degli anni ’50 è consulente di product design alla Solari e Zanussi, e per quest’ultima realizza gli uffici a Porcia (1959-61).

Tra le sue opere: il Monumento alla Resistenza a Udine (1959-69), gli uffici e lo stabilimento Fantoni a Osoppo (1973-78), la sede della IBM Italia a Basiano (1980-83), la sede di New York della Banca Commerciale Italiana (1981-86), il complesso di abitazioni popolari alla Giudecca e i nuovi stabilimenti Olivetti a Ivrea (1984-86). Nel 1972 diviene Professore Incaricato di Composizione Architettonica all’istituto Universitario di Architettura di Venezia e, nel 1977, Professore Ordinario, svolgendo attività didattica fino al 2001. Accademico Nazionale di San Luca dal 1975, riceve nel 1988 il Premio Antonio Feltrinelli per l’architettura dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Nel 1993 è insignito della Honorary Fellowship dell’American Institute of Architects e nel 2002 riceve iI Diploma di Medaglia d’Argento ai Benemeriti della Scuola della Cultura e dell’Arte conferitogli dal Presidente della Repubblica Italiana.