Il caso Rosenberg

Con l’infuriare della guerra fredda molti furono gli eventi che rimasero nella memoria collettiva, scuotendo frequentemente l’opinione pubblica. Negli Stati Uniti una coppia fu capace di far discutere i cittadini, finendo la loro controversa vicenda nel carcere di Sing Sing, in attesa della sedia elettrica.

La storia dei coniugi Rosenberg ebbe inizio agli albori del XX secolo a New York. Julius nacque in una famiglia ebraica nel maggio del 1918. A 11 anni egli si trasferì, con i genitori, nella Lower East Side di Manhattan, dove frequentò la Seward Park Hight School. Il ragazzo mostrò ben presto interesse per la lotta politica, tanto da divenire leader dei giovani comunisti statunitensi durante gli studi al college.

L’incontro con la futura signora Rosenberg avvenne nel 1936, durante una riunione sindacale, e pochi anni dopo, nel 1939, Julius ed Ethel Greenglass, di appena tre anni più grande, convolarono a nozze. Quell’anno fu per l’uomo fonte di grandi cambiamenti, poiché riuscì a conseguire l’agognata laurea in ingegneria elettrica. Prestò servizio nel reparto di comunicazioni dell’esercito fino al 1945, quando venne licenziato in seguito ad un’indagine volta ad accertare che egli, per ottenere il lavoro, avesse giurato il falso, dichiarando di non appartenere al Partito Comunista. Venne assunto successivamente da Radio Emerson, salvo incappare, anche questa volta, nel licenziamento. Al momento dell’arresto, nel 1950, risultò impiegato in un’officina meccanica di proprietà sua e del cognato David Greenglass.

 

Il processo

I due coniugi giunsero a processo nel 1951. Il 6 marzo dovettero presenziare dinnanzi al tribunale di New York per il caso United States of America vs. Julius Rosenberg, Ethel Rosenberg, Anatoli A. Yakovlev, also known as “Jhon”, David Greenglass and Morton Sobell. L’accusa fu quella di cospirazione finalizzata allo spionaggio e la pena prevista sarebbe stata venti anni di reclusione. Ad aggravare la situazione degli imputati, tuttavia, giunse l’aggravante di aver commesso il reato in un periodo di guerra, fatto che li avrebbe condotti alla pena di morte.

Il procedimento, iniziato il 6 marzo, si concluse appena ventitre giorni dopo, con un verdetto di colpevolezza. Il 5 aprile, poi, il giudice Irving Kaufman dispose che la pena fosse la condanna a morte per i Rosenberg e trent’anni di carcere per Morton Sobell.

 

La vicenda

I fatti che condussero alla terribile sentenza risalgono al gennaio del 1950, quando il fisico tedesco Klaus Fuch, fuggito in Inghilterra per sfuggire ai nazisti, confessò di aver fornito informazioni cruciali sulla costruzione della bomba atomica al governo russo. Egli, infatti, prese parte al progetto Manhattan, che condusse gli Stati Uniti alla creazione dell’ordigno. Il chimico statunitense Harry Gold avrebbe trasmesso i dati ottenuti dal fisico all’agente sovietico Anatoli Yakovlev. Tratto in arresto, Gold fornì agli agenti dell’FBI il nome di David Greenglass, il quale, sotto interrogatorio, coinvolse nella complessa vicenda la sorella Ethel e il marito Julius.

La ricostruzione compiuta attraverso le confessioni condusse gli agenti al 1944, quando David Greenglass entrò a lavorare come meccanico nei laboratori di Los Alamos, all’interno dei quali era in corso l’ultimazione della bomba atomica. In virtù del suo ruolo egli avrebbe trasmesso alcune

Harry Gold - Wikipedia
Harry Gold – Wikipedia

fondamentali informazioni al cognato Julius, compresi alcuni schizzi di lenti metalliche usate come detonatori ed un elenco di scienziati impiegati nel progetto. Il ruolo cruciale, tuttavia, lo ebbe Harry Gold, a causa del suo rapporto con l’agente sovietico Yakovlev.

L’incontro fra Gold, David Greenglass e Julius Rosenberg avvenne nel giugno del 1945, e si ripeté pochi mesi dopo a New York. Proprio in quest’ultima occasione entrò in gioco Ethel, colpevole, a detta del fratello, di aver corretto e trascritto la relazione da lui compilata in merito alla descrizione della bomba.

 

La sentenza

Durante i quattordici giorni di processo i coniugi si dichiararono estranei a tutte le accuse, subendo l’avversa considerazione di giuria e giudice. La sentenza fu terribile, i due coniugi furono destinati alla sedia elettrica. Alla decisione seguirono numerose richieste di appello, petizioni internazionali e interventi di illustri personaggi pubblici, fra i quali Pablo Picasso, Harold C. Urey, Albert Einstein, Simone de Beauvoir, Diego Rivera, Frida Khalo, Dashell Hammett, Bertolt Brecht e Jean-Paul Sartre, oltre ad un appello pubblico di papa Pio XII affinché la pena per i Rosenberg fosse commutata in carcerazione. Fra sospensioni e rinvii dell’esecuzione giunsero anche due domande di grazia indirizzate al presidente Truman e al successore Eisenhower.

Il 17 giugno del 1953 sembrò arrivare la svolta, con la sospensione dell’esecuzione da parte del giudice della Corte Suprema William O. Douglas. Egli convocò in gran fretta la Corte Suprema al fine di valutare una discrepanza fra l’Espionage Act del 1917 e la legge sull’energia atomica del 1946. Al termine della seduta, il 19 giugno, fu disposto l’annullamento della sospensione. Lo stesso giorno i coniugi Rosenberg trovarono la morte sulla sedia elettrica, nell’inespugnabile penitenziario di Sing Sing.

 

Il leggendario regno di Tavolara

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Le dichiarazioni postume

I figli dei Rosenberg tentarono per decenni di far emergere la documentazione originale sulla quale si basò l’indagine. Essi sostennero che ne fosse nota solo una rielaborazione compiuta negli anni ’70, poco prima della desecretazione. Il figlio minore, Robert Meeropol, affermò poi che i genitori fossero stati vittime della propria ostinazione, rifiutando di denunciare spie militanti nel partito. Egli negò sempre che i due potessero aver trasmesso segreti inerenti alle armi nucleari.

Il caso spaccò l’opinione pubblica statunitense, almeno fino al settembre 2008, quando Morton Sobell, condannato a trent’anni di reclusione, tornò in libertà. Egli, dopo essersi per decenni dichiarato estraneo ai fatti, confessò in un’intervista al New York Times, che lui e l’amico Julius fossero entrambi agenti sovietici e di aver fornito ai russi solo informazioni sui radar difensivi e sui dispositivi di artiglieria.

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