Il Ferro o Pettine della gondola, un simbolo veneziano

Tutti conoscono la gondola di Venezia, ma è più difficile conoscere le sue parti costruttive. Una di queste che è impossibile non notare è il Ferro o Pettine sistemato a prua della barca.
Una lama metallica che gli storici dicono avesse anche un compito aggressivo nelle battaglie con altre imbarcazioni. Quello che meno si conosce è il vero significato di questo ferro, oltre alla sua utilità.

La gondola è l’imbarcazione veneziana più antica e conosciuta nel mondo, il nome deriva dal latino “cuncula” ovvero conchiglia. La barca è lunga 11 m e pesa 600 Kg. Si costruisce negli “squeri”, cantieri dove si mantiene ancora viva la tradizione veneziana. Una tradizione che si tramanda da generazioni. La gondola è fatta di otto diversi tipi di legno. Le essenze usate per costruire una gondola sono rovere, larice, abete, tiglio, olmo, noce, mogano, ciliegio e un po’ di corniolo. Ogni essenza si usa in parti diverse della gondola. Vengono sfruttare le caratteristiche di ogni legno, robustezza, flessibilità. Il legno di rovere francese, ad esempio è migliore per il fondo perché non marcisce.

La gondola ha un caratteristico colore nero. Viene da un’ordinanza del Magistrato alle Pompe che mirava a ridimensionare lo sfarzo con cui nobili e ricchi decoravano le proprie barche.
Ma è anche una generale caratteristica di tutte le imbarcazioni venete, dovuta all’uso della pece come impermeabilizzante. Nel 1580 si potevano contare circa 10.000 gondole, oggi in laguna non se ne contano più di 500.
Un’ altra ipotesi, messa in dubbio dagli storici, è che il nero si fosse voluto come forma di lutto per commemorare, a partire dal 1630, le migliaia di veneziani uccisi dalla peste.
Ma torniamo al Ferro di prua che ha lo scopo di proteggere la barca da possibili collisioni e di fare da contrappeso bilanciando l’imbarcazione con il peso del gondoliere. Il caratteristico Pettine è immerso nella simbologia veneziana. Il suo peso va dai 10 kg in su a seconda del metallo usato. La parte alta del ferro rappresenta il cappello del Doge (rappresenta il copricapo dogale e potrebbe essere frutto di una personalizzazione richiesta dalla famiglia del Doge Dolfin).

Mentre i 6 denti o rebbi stanno a simboleggiare i sei sestieri in cui è divisa Venezia: Cannaregio, Castello, Dorsoduro, San Marco, San Polo e Santa Croce. L’altro dente che si sporge in direzione inversa indica l’isola della Giudecca.
L’archetto sopra il dente più alto del pettine, invece, rappresenta il Ponte di Rialto e il vuoto sottostante il bacino di San Marco.
In alcune gondole, di più recente costruzione sono presenti 3 ulteriori rifiniture, dette “foglie” situate tra i 6 denti frontali, che rappresentano le 3 isole principali della laguna veneta: Murano, Burano e Torcello.

Tuttavia, i gondolieri veneziani che devono convivere con l’acqua alta hanno fatto eseguire delle modifiche al Ferro. L’acqua alta provoca un aumento del livello dell’acqua dei canali e rende spesso impossibile il passaggio della gondola sotto i ponti. Molti gondolieri hanno risolto togliendo il ferro dalla prua della loro gondola, mettendo un contrappeso più basso, o facendo incernierare la carpenteria metallica in modo da avere la possibilità di ribaltarlo verso il basso quando serve.

Le origini delle gondole sono avvolte nel mistero. Italia, Turchia, Grecia e Malta ne vogliono la paternità.
Gli storici fanno risalire i primi resoconti relativi a queste imbarcazioni al 1094, quando Vitale Faliero, il Doge di Venezia, menzionava una Gondolum in una lettera al popolo. Per evitare una rivolta, egli “donò” al popolo barche simili a gondole e disse che avrebbero aiutato a facilitare i loro spostamenti all’interno della città.

I fabbri che costruivano i “feri” provenivano dalle zone montane, come Zoldo (Belluno) e Premana (Lecco), località ricche di filoni metalliferi. Premana nel 1410 rientrò nel territorio della Repubblica di Venezia divenendo uno fra i maggiori fornitori di articoli in metallo.
La prima rappresentazione visiva di una gondola risale al 1400 dai famosi artisti Carpaccio e Bellini in dipinti conservati fino ad oggi. Solo a partire dal XV e XVI secolo le gondole furono costruite e utilizzate per la navigazione a Venezia.