Tarrare, l’uomo mai sazio

Esistono vite che rimangono impresse, che nel corso dei secoli entrano nel mito o nella leggenda. Ed è il caso di Tarrare, il cosiddetto uomo mai sazio.

Tarrare, l’uomo mai sazio

Nato in Francia nel 1772 in una famiglia umile di contadini, dimostrò sempre un appetito fuori misura che fin dai primi anni preoccupò i genitori poiché, a causa della loro povertà, sarebbe diventata un’impresa nutrirlo. Nel corso degli anni, poi, la situazione degenerò: Tarrare aveva sempre più fame e così i genitori decisero di cacciarlo di casa e gli imposero, dunque, di provvedere da solo al suo nutrimento. Una volta, fuori casa, Tarrare, dapprima pellegrinò in varie parti della Francia, e poi, costretto a mantenersi, entrò come fenomeno da barraccone in un circo. Sebbene era svilente per il giovane, questo era l’unico modo per sopravvivere e mantenersi. La sua esibizione consisteva nel mangiare qualsiasi oggetto ( spesso pietre o frutti interi) che il pubblico li poneva. Dopo qualche anno di questa vita, si trasferì a Parigi, dove, ancora s’improvvisò artista di strada, riproponendo lo stesso tipo di spettacolo.  Ed è durante uno di questi spettacoli che iniziò a sentirsi male: il problema, come immaginabile, era un’occlusione intestinale. Trasportato d’urgenza all’ospedale, i chirurghi non poterono fare a meno di somministrargli dei lassativi per liberargli lo stomaco da tutti gli oggetti che aveva mangiato e non digerito.

L’inizio della malattia

Con lo scoppio della Prima Guerra di Consolazione, si arruolò come volontario nell’esercito francese; bene presto, però, le razioni date ai soldati divennero insufficienti per sfamare il suo tipo di appetito. Decise di accollarsi lavori difficili o umilianti, pur di ottenere dosi extra di cibo. Anche questo, però, non bastò tanto che iniziò a deperire, tanto da essere ricoverato. I medici cercarono di comprendere le ragioni del suo appetito smodato, ma non ottenere alcuna diagnosi certa; al contrario, però, lo sfruttarono per trasportare documenti.

Litografia sui fenomeni da barracconi. Wikipedia.

In particolare, i generali provarono a farli ingerire una piccola scatola di legno, dentro alla quale era racchiuso un messaggio. Ed è in questo modo che Tarrare iniziò a fare da spia e corriere. Questo ruolo è pericolosissimo per la sua salute poiché comportava l’ingerimento di vari materiali che, ben presto, lo portarono nuovamente in ospedale. Qui, provarono diverse cure, come il laudano, pillole a base d’aceto, ma nessun rimedio controllava il suo appetito. Spesso, come raccontarono poi le infermiere, lo avevano visto rubare del cibo dalle dispende o altri pazienti. E da qui, nell’arco di pochi anni, il corpo di Tarrare collassò: non riusciva più a muoversi dal letto, Morì nel 1798. All’autopsia, i medici scoprirono che aveva l’esofago e il fegato particolarmente ampio.

Se leggiamo la sua storia, forse nella nostra immaginazione, pensiamo a un uomo obeso: in realtà, al momento della morte, Tarrare pesava poco meno di 50 chili. Ancora oggi, i medici, che hanno studiato il suo caso, non comprendono quale patologia avesse da creargli un appetito così smisurato, alcuni protendono per l’iperfagia, anche se ancora non è confermata.

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