Alatri città d’arte e bellezza. La collegiata di Santa Maria Maggiore

Nel cuore del Lazio è custodita una città ricca di bellezze. Alatri, nota per le sue mura megalitiche e una splendida acropoli preromana, conserva nelle sue antiche vie alcuni straordinari esempi di ingegno architettonico.

In una delle piazze principali del centro storico sorge la collegiata romanico-gotica di Santa Maria Maggiore. Edificata nel V secolo in onore della Vergine e del Salvatore, venne costruita sulle rovine di un tempio romano dedicato alla dea Venere.

Una prima attestazione si ebbe nel 1137, ma solo con il XIII secolo essa fu sottoposta a ingenti azioni di ampliamento, acquisendo le attuali sembianze.

L’esterno

La costruzione si presenta con un’imponente facciata a capanna, frutto di un rinnovamento trecentesco, dotata di tre portali con lunette riccamente affrescate. Al centro troneggia una Madonna col Bambino del tardo XIV secolo. In alto spicca un grande rosone, caratterizzato da un motivo trilobato, che richiama alla mente quelli disegnati da Villard de Honnecourt nel Livre de Portraiture del 1235 ca. Sopra al rosone, nella sezione sommitale della facciata, troneggia una nicchia a protezione di una statua seicentesca di Giovanni Battista.

Su di un lato si innalza l’alto campanile, edificato nel 1394, e protetto da un’elegante cuspide fino al 1654, quando quest’ultima cadde a causa di un violento terremoto. I piani sono scanditi da due ordini di aperture a bifora e la sommità presenta un decoro a speroni, dovuti ai lavori di abbassamento della struttura per evitarne il crollo nel 1739. Alla base della fabbrica fa bella mostra di sé una Madonna col Bambino, risalente alla fine del ‘500.

Paliano storica. Dalla guerra alla restaurazione dei Colonna

Paliano storica. Dalla guerra alla restaurazione dei Colonna

Gli interni

Entrando nel corpo principale della chiesa essa appare divisa in tre sobrie navate. Al termine di quella centrale sorge un’ampia abside di forma quadrangolare, impreziosita da pilastri a sostegno di arcate a tutto sesto. Le navate laterali sono di dimensioni minori e differiscono fra loro. A destra lo spazio appare più stretto e scandito da sei campate, confluenti in un piccolo abside dalla copertura a mosaico rilucente d’oro. A sinistra è possibile accedere ad una maestosa cappella intitolata alla Madonna della Libera, oltre che ad alcune cappelle splendidamente decorate. Esse, aggiunte seicentesche, custodiscono numerose mirabili opere.

Il pezzo più antico è certamente una scultura lignea raffigurante la Madonna di Costantinopoli. Parte di un più complesso polittico istoriato, è esposta nella prima cappella accessibile nella navata di sinistra. L’autore laziale è ancora sconosciuto, ma l’opera sembrerebbe risalire ad un periodo compreso fra il XII e il XIII secolo. Chiaramente carica di influssi artistici bizantini la scultura mostra una pionieristica plasticità. La Vergine si erge severa e trattiene nella mano sinistra un uovo, simbolo di vita. Fra le sue braccia il Salvatore afferra il Rotolo della Legge.

Vergine col Bambino - Immagine tratta dal sito del Comune di Alatri
Vergine col Bambino – Immagine tratta dal sito del Comune di Alatri

La Vergine è protagonista di una seconda opera, collocata dal 1852 nella cappella terminale della navata di sinistra, ma originariamente pensata per adornare la navata centrale. L’effige arricchisce un affresco trecentesco dedicato alla Madonna della Libera, oggetto di vera e propria venerazione da parte dei fedeli.

Al secolo successivo appartiene un fastoso tabernacolo marmoreo, caratterizzato da una piccola nicchia absidata e dalle decorazioni stiacciate. Nello stesso periodo venne realizzato il trittico firmato da Antonio da Alatri. La composizione prevede l’unione di tre tavole dipinte con raffigurazioni della Vergine col Bambino e di San Sebastiano, per i laterali e del Salvator Mundi nella pala centrale. Proprio l’inserimento del Santo in un contesto di tale prestigio può far ipotizzare un passato, quanto radicato, culto della sua figura.

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