Gianfranco Bertoli. Storia di uno stragista

Gli anni Settanta furono anni certamente complessi e difficili, dove non mancarono attentati, omicidi e rapimenti. Sicuramente, tra i più tristemente noti ci fu quello che oggi è chiamata la Strage della questura di Milano; quest’attentato fu ad opera di Gianfranco Bertoli.

Gianfranco Bertoli. Storia di uno stragista

Nato nell’aprile del 1933 a Venezia, si avvicinò fin da giovanissimo alla politica, prendendo però la strada dell’estremismo, tanto  da compiere attentati. La mattina del 17 maggio del 1973, presso la questura di Milano, in via Fatebenefratelli, si stava svolgendo una cerimonia per ricordare Luigi Calabresi, un commissario ucciso l’anno precedente. Ed è proprio durante lo svelamento del busto che esplose una bomba che causò quattro morti e più di cinquanta feriti.

Bertoli nel 1973. Wikipedia.

Fin da subito, compresero che l’ordigno era una bomba a mano e quindi che era stato fatto esplodere da una persona nelle vicinanze. Riuscirono a immobilizzare Bertoli, il quale era ovviamente nei pressi dello scoppio. Arrestato, lo interrogarono subito: Bertoli ammise che il suo vero scopo era di assassinare il ministro Rumor, presente alla commemorazione e che quest’atto doveva vendicare tutti gli anarchici perseguitati dal governo e dalle forze dell’ordine. Le sue affermazioni non chiarirono la dinamica perché, secondo molti testimoni, il ministro non era presente al momento dello scoppio.

I dubbi

Disattenzione da parte di Bertoli oppure volontà di depistaggio? Ancora oggi, non lo sappiamo e i dubbi rimangono molti, anche perché gli anarchici presero, all’epoca, le distanze da suo gesto.  Sebbene questi dubbi all’epoca avessero indotto gli inquirenti a considerarlo un gesto isolato; ben presto, i servizi segreti se ne interessarono, soprattutto per l’adesione di Bertoli ai gruppi di estrema destra. Questi erano già monitorati per il risentimento verso il ministro Rumor che fin dal 1970 si era fatto molto accesso. D’altronde, durante questi anni, il clima politico e sociale era molto teso. È ad esempio del 1969 la strage di Piazza Fontana, dove rimasero uccise sedici persone.

Bertoli. Wikipedia

Nel corso degli anni Novanta, aprirono nuovamente l’indagine e sotto l’occhio del ciclone finirono gli ex capi del partito di estrema destra. Li condannarono ognuno all’ergastolo ( pena ridotta nel corso degli anni), compreso lo stesso Bertoli. Egli non cambiò mai versione. Affermò sempre di averlo fatto in nome degli anarchici. I dubbi, come accade sempre in questi contesti, rimangono numerosi. Quel che certo è che meritano di essere ricordate le vittime di questo terribile atto. Bertoli morirà a Livorno nel dicembre nel 2000.

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