L’eroico sacrificio di Gaio Crastino
Quando approfondiamo la Storia Romana, capita spesso di imbattersi in nomi di famosi generali, comandanti, re e imperatori; più raramente, ci capitano sotto gli occhi i nomativi di soldati semplici che presero, magari, parte a quella specifica battaglia. Eppure, i soldati furono sicuramente moltissimi a combattere ed è interessante anche approfondire, per quanto possibile, le loro vite, sebbene non sempre sia impresa facile. Per fortuna, qualche volta ci vengono in soccorso le fonti e i resoconti storici che provano a rendere giustizia a questi personaggi, come nel caso di Gaio Crastino. Chi era però questo personaggio rimasto nell’ombra della Storia?
L’eroico sacrificio di Gaio Crastino
Gaio Crastino era un centurione romano, ossia un comandante di una legione dell’esercito romano. Sappiamo che nacque durante la Repubblica di Roma nell’85 a. C e che per il suo gesto eroico entrò di diritto nella Storia. Iniziò la sua carriera nel 65 a. C quando entrò a far parte dell’VIII legione, dove apprese i primi fondamenti della guerra. In seguito, lo trasferirono nella nona e poi ancora nella decima, dove ricevette il grado di centurione ( 61 a. C). Da ciò che conosciamo, sappiamo che Gaio servì sotto Giulio Cesare in qualità di primipilo ( era il titolo che assumeva il primo centurione, ossia quello che era a capo di tutti gli altri).
Ed è proprio con questo grado che Gaio combatté durante le guerre galliche, compresa quella di Alesia nel 52 a. C tra le truppe romane guidate da Giulio Cesare e quelle di Vercingetorige. Era quindi un soldato di lunga esperienza quando, durante le guerre civili ( 49 a. C -45 a. C) tra Cesare e Pompeo, guidò la decima legione nello scontro tra i due comandanti romani.
Ed è nella battaglia di Farsalo che perì eroicamente. Questa battaglia, avvenuta il 9 agosto del 48 a. C nell’antica regione della Tessaglia ( odierna Grecia orientale), fu tra le più memorabili di tutte il periodo delle guerre civili perché sancì definitivamente la sconfitta di Pompeo che, sebbene avesse un esercito più numeroso (almeno secondo il resoconto di Cesare), non ebbe chance contro quello del comandante romano. In quest’occasione, Gaio compì un gesto eroico: fu il primo infatti a scagliarsi contro l’esercito pompeiano, ma lo trafissero in pieno viso, uccidendolo all’istante. Lo stesso Cesare si recò di persona a rendergli omaggio e organizzò solenni riti funebri, come riporta anche lo storico Appiano. Oggi, noi conosciamo, almeno in parte, la sua storia attraverso le parole del comandante romano che ci racconta le sue gesta nel “Commentarii de bello civili”.