L’Edicola della Madonna della Portella a Trevi nel Lazio dove s’incontrano religione, storia e natura

A volte una semplice passeggiata può rivelare angoli, magari vicino casa, che non conoscevamo o di cui avevamo sempre sentito parlare ma che per un motivo o l’altro non avevamo mai visto con i propri occhi. E sono questi gli angoli, forse, più sorprendenti perché nascondono delle vere e proprie chicche storiche, culturali e paesaggistiche che meritano sicuramente una possibilità. E credo che sia proprio il caso  della Madonna della Portella a Trevi nel Lazio, grazioso borgo laziale.

L’edicola della Madonna della Portella.
L’Edicola della Madonna della Portella a Trevi nel Lazio dove s’incontrano religione, storia e natura

Si tratta di un’edicola, ossia di una struttura di piccole dimensioni che aveva la funzione di proteggere e benedire i viandanti che trovavano riparo sotto di essa ed è per questo motivo, quindi, che generalmente erano costruite in luoghi di passaggio o in sentieri particolarmente frequentati da pellegrini e viandanti. Ed è quindi come se fosse un’ ulteriore protezione divina contro i pericoli del viaggio. Dobbiamo anche considerare che molte delle edicole ( frequenti nelle campagne italiane) hanno origine molto antica. È necessario collocarle nel loro contesto storico e culturale, quando è possibile, per caprine la storia. Ognuna di queste può rivelarci magari qualche dettaglio in più sui secoli passati, magari offrendoci anche nuovi spunti storici e culturali.

Immagine del tabernacolo.

In particolare, quella nelle campagne trebane è posta su un sentiero escursionistico che costeggia il fiume Aniene, quindi un luogo ampliamente frequentato da commercianti, pellegrini o semplici viandanti che potevano trovare un riparo, magari durante un temporale. Basti pensare che si tratta di uno dei sentieri tra i più antichi della zona. Secondo alcune fonti storiche, infatti, era già utilizzato dagli Ernici ( antico popolo italico) che si stanziò in questi luoghi. È altresì vero che avevano anche una funzione religiosa: erano luoghi di preghiera e contemplazione e anche quella di Trevi non fa eccezione.  Basti pensare che la sua dimensione odierna si deve a un ampliamento di un tabernacolo già presente nello stesso luogo d’ispirazione mariana.

Oggi, la sua struttura è a pianta rettangolare, in cui due arcate a tutto sesto ( a forma semicircolare) uniscono due quinte murarie che rimangono oggi ben visibili a tutti gli escursionisti. Ed è proprio in uno dei due muri che è posta l’immagine sacra della Madonna. Di sotto a questa invece è rimasta pressoché intatta un’antica acquasantiera in pietra, semplice nelle forme e nella materia, ma dal profondo valore religioso che dimostra come sia stata nei secoli passati un luogo di passaggio.

La leggenda

Tuttavia rimane incerta la sua prima edificazione, sappiamo però che la riammodernarono, dandole l’aspetto attuale, alla fine dell’Ottocento. L’artefice dei lavori fu un certo Giovanni Battista Ciolli, il cui nome compare nei documenti dei lavori e su cui, tra l’altro, alleggia una leggenda. Si racconta che Ciolli fosse un contadino trebano, il quale lavorava da un padrone prepotente e arrogante che poi decise di lasciare, prendendosi alcuni animali da lavoro come riscatto del suo lavoro.

E così, senza indugi, si diresse verso il Monte Malemito, molto vicino all’Edicola della Madonna di Portella. Ovviamente, il padrone provò a inseguirlo ma non ottenne alcun risultato, non trovandolo mai. Giovanni Battista Ciolli decise, forse per pentimento o per redimersi agli occhi di Cristo, di costruire e ammodernare l’Edicola, dandogli l’aspetto di oggi. È ovvio che si tratti di una leggenda, ma che ben dimostra come sia ancora oggi nell’immaginario collettivo degli abitanti di Trevi e come continui a far parte della loro religiosità. Ancora oggi, infatti, i trebani organizzano, ogni 3 maggio, un pellegrinaggio che parte proprio dal borgo e arriva all’Edicola.

 

Condividi