San Pellegrino in Alpe diviso tra Toscana ed Emilia

L’Italia è colma di borghi e piccoli paesi che sanno riempire gli occhi del turista; immersi nella natura e nella storia, sanno regalarci delle perle naturalistiche, paesaggistiche e culturali. In Toscana, in particolare, c’è un piccolo borgo, che ho visitato qualche tempo fa, e che mi è rimasto nel cuore: San Pellegrino in Alpe.

Il panorama. Foto di Giada Marzocchi.

Si trova nella parte alta della regione, a più di 1500 metri s.l.m. Il suo territorio è diviso tra l’Emilia e la Toscana; parte del borgo è, a livello amministrativo, frazione di Frassinoro ( provincia di Modena), e l’altra parte è nel territorio di Castiglion Garfagnana, provincia di Lucca. La parte emiliana, quella di Frassinoro, è una sorta di enclave territoriale, poiché questa zona è circondata da territorio toscano. Basterebbe già questo per incuriosire, ma, una volta arrivati fin lassù si rimarrà affascinati dal paesaggio, affacciato sulle Alpi Apuane, e la sua storia.

 

San Pellegrino in Alpe diviso tra Toscana ed Emilia

La sua origine s’interseca con San Pellegrino, cosiddetto poi delle Alpi, che qui insieme al suo fedele amico, Bianco, trascorse gli ultimi anni prima di morire. Secondo alcuni documenti, Pellegrino era un principe scozzese (o irlandese) che, prima del Mille, lasciò le sue ricchezze per trascorrere una vita in preghiere e seguendo i dettami cristiani. Dapprima, si diresse, secondo l’agiografia, verso il Sacro Sepolcro, dove trascorse ben dodici anni e poi fece ritorno in Italia.

Qui, invece si recò in preghiera al Santuario di San Michele Arcangelo e poi a Roma in preghiera sulle tombe di San Pietro e Paolo. E, infine, da Roma si diresse al Nord e arrivò sui monti garfagnini, dove conobbe Bianco, un giovane brigante che convertì al cattolicesimo, e con il quale rimase fino alla fine. San Pellegrino morì, in questa zona, nel 643. Oggi le sue spoglie, insieme a quelle di Bianco, sono conservate nella Chiesa del paese.

Dettaglio del borgo. Foto di Giada Marzocchi.
Dettaglio del borgo. Foto di Giada Marzocchi

Nel corso degli anni, poi, la sua importanza crebbe poiché si trovava in un punto strategico commerciale. Era infatti situato in un’importante via che collegava Modena con Lucca e per la quale passavano i commercianti e i viandanti in pellegrinaggio. Ben presto nacque così un Ospitale, un ricovero per tutte quelle persone di passaggio che necessitavano di cure e assistenza, talmente importante che già nel XIV secolo ne fu deciso l’ampliamento fino ad assumere dimensione abbastanza ampie.

E, se visitate San Pellegrino, non potete perdervi il Museo etnografico Don Luigi Pellegrino, ospitato proprio nelle stanze dell’antico Ospitale, un vero gioiello. Qui, sono raccolte più di 1800 oggetti che raccontano la tradizione montanara, quella contadina e quella casalinga.

Sarà davvero come fare un viaggio nella storia: dalla raccolta di grano, a quella dei mirtilli, fino al focolaio domestico, chi lo visiterà, potrà scoprire la vita, magari dei suoi nonni o bisnonni, che rimane comunque legata alla nostra memoria.

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