Il Bloody Sunday del 1972

L’anno 1972 è stato forse quello più doloroso per l’Irlanda del Nord che era sconvolta da manifestazioni, scioperi e scontri, in alcuni casi anche molto violenti. Il giorno, che ha segnato di più i cuori irlandesi in questo complicato periodo, è stato il 30 gennaio, quando accadde quello che alla Storia è passato come la Bloody Sunday ( domenica di sangue).

Le premesse dello scontro

Già dagli anni Sessanta, il clima sociale e politico dell’Irlanda del Nord era particolarmente acceso tra i sostenitori dell’appartenenza al Regno Unito ( unionists) e quelli che, invece, rivendicano l’indipendenza e la conseguente riunificazione del regno ( nazionalists). Gli unionists erano perlopiù appartenenti alla middle class e discendevano, almeno per la maggior parte, da  coloni britannici protestanti arrivati in Irlanda dal XVI secolo. Al contrario, i nazionalists erano cattolici e pronipoti di antichi irlandesi. Già da queste informazioni, si può dedurre che le differenze culturali erano molto profonde e, oltretutto, anche mal conciliabili.

Il centro della citta. Foto di Kenneth-Allen. Wikipedia

Negli scontri tra le due parti, una città assunse un significato simbolico particolare: quella di Derry. Gli nazionalists la consideravano il simbolo del fallimento della politica inglese in Irlanda. Per di più varie norme, nel corso degli anni, avevano ridotto il loro potere, ponendoli sempre in numero inferiore rispetto agli unionists che quindi, almeno in sede di voto, avevano sempre maggior potere decisionale. Questo gli fu permesso attraverso la riduzione dei collegi elettorali agli nazionalists che, sebbene fossero di più numericamente, erano in sede di voto sempre in numero inferiore rispetto all’altra parte. Dalla parte loro, i problemi della città erano numerosi: Derry, infatti, non aveva un’università e non era dotata di adeguati mezzi pubblici o autostrade.

Il tetto dal quale i militari sparono. Foto di louise price. Wikipedia.

Per loro, quindi, divenne un esempio e simbolo delle loro campagne di protesta. Questo aumentò la tensione tra le due parti che, nel corso degli anni, si fece sempre più complessa e complicata. Nel 1969 gli scontri furono così violenti che il governo dell’Irlanda del Nord chiese il supporto militare inglese per tentare di riportare la calma. La situazione però degenerò perché la politica fu quella della repressione: dettero avvio all’operazione Demetrius che consisteva nell’arrestare tutti coloro che erano considerati pericolosi. È ovvio che quest’azione fu senza ritorno e che portò a quella tragica e difficile giornata del 1972.

Il Bloody Sunday del 1972

Il 30 gennaio gli nazionalits avevano organizzato un marcia per chiedere la liberazione dei concittadini. Questa avrebbe dovuto partire da Bishop’s field e arrivare al Municipio. Già all’arrivo in centro, l’esercito brittanico bloccò la marcia. A quel punto alcuni manifestanti provarono a cambiare strada e altri si staccarono dal gruppo e iniziarono a lanciare pietre contro le vetrine e i soldati che risposero con proiettili di gomma e idranti per tentare di dispenderli. Lo scontro poi, se possibile, si fece ancora più violento quando alcuni manifestanti notarono che sui tetti erano presenti alcuni paracadutisti e quindi cercano di colpirli con sassi e pietre. In quel momento, quindi, i soldati iniziarono a sparare sulla folla, creando il panico. Rimasero uccise sul posto tredici persone, un’altra morì mesi dopo per le gravi ferite riportate. Durante quegli attimi di terrore, in moltissimi rimasero feriti dai proiettili.

Municipio di Derry. Foto di Jimmy Harris – Flickr. Wikipedia.

Il governo britannico aprì poi un’inchiesta, nella quale, però, si giustificava  l’operato dei soldati che avevano agito per difendersi. Le testimonianze, però, li smentirono: questi avevano colpito una folla disarmata che era in fuga durante gli scontri. La Gran Bretagna nominò una commissione d’inchiesta per fare luce sui fatti che però non arrivò a nessuna conclusione, se non quella della difesa dei soldati. Molti anni dopo  ne aprirono un’altra che ha ribaltato la prima: i militari sono stati condannati per le loro azioni e il governo, attraverso le parole del Primo Ministro David Cameron, ha posto le scuse formali.

Circa un mese dopo, il 2 febbraio del 1972, tutta l’Irlanda si fermò per ricordare le vittime di questo scontro. Fu tra gli scioperi più grandi della storia europea.

Condividi