La battaglia dei Campi Raudii
La Storia antica non smette di sorprenderci, rivelandoci, ogni volta, qualche sorpresa che cambia il punto di vista degli storici. In alcuni casi, questa può ancora destare numerosi dubbi, come nel caso della battaglia dei Campi Raudii: una battaglia che si combatté nel 101 a. C tra l’esercito della Repubblica di Roma e la popolazione dei Cimbri. I Cimbri erano una popolazione germanica che aveva invaso la Repubblica di Roma, durante il II secolo a. C. E durante la quale, l’esercito cimbro fu distrutto e annientato dai romani. Il merito di questa vittoria fu del legato del proconsole Quinto Lutazio Catulo, Lucio Cornelio Silla, che era a capo della cavalleria romana e degli alleati italici. Nonostante la grande fama della battaglia nella Storiografia, oggi rimangono molti dubbi, a partire con l’identificazione dell’insediamento dei Cimbri o a quello della battaglia stessa.
La battaglia dei Campi Raudii
Secondo molti storici, il corpo di spedizione cimbro era quello che si era insediato a Vercellae, territorio della Gallia Cisalpina. Hanno ricavato quest’informazione da Plutarco, il quale descrive il luogo della battaglia nell’opera “Le vite parallele” e da cui sono riusciti a identificare la città di Vercelli ( Piemonte). A sostegno di quest’ipotesi, sarebbero stati rivenuti moltissimi reperti legati a questa battaglia, soprattutto nei pressi di Borgo Vercelli, a pochi chilometri dalla città piemontese. Ad alcuni storici, però, tale identificazione sembra erronea poiché il termine “vercellae” era molto comune nella lingua cimbra e che, quindi, possa riferirsi non a un toponimo ben definito ma a zone geografiche con certe e precise caratteristiche.

In particolare, ”vercellae” indicava zone minerarie, frequentemente vicino a corsi d’acqua e dunque ricche di minerali. Lo stesso principio vale anche i Campi Raudi: nella lingua latina, infatti, la voce Raudius è la radice linguistica di “radio”, l’elemento chimico sfruttato nell’industria nucleare. E quindi potrebbe significare, anche in questo caso, un complesso urbano per lo sfruttamento delle risorse minerarie. Una parte degli studiosi dunque credono che, più a Vercelli, i toponimi indichino alcune zone poste alla sinistra del Po e che oggi comprenderebbero la parte a nord di Ferrara e quella di Rovigo. A conferma, sarebbero stati anche trovati alcuni reperti archeologici nei pressi di Rovigo. Se tutto questo fosse confermato, i Cimbri, dopo aver invaso la penisola, avrebbero seguito il corso dell’Adige.
Ancora dubbi
Come si evince, il dibattito dunque è ancora in corso. Per di più nel 2014 un gruppo di studiosi ha pubblicato un nuovo studio che cambierebbe le ipotesi in corso. La ricerca si è basata soprattutto sulla toponomastica e sulla base della quale, gli storici avrebbero individuato la zona tra Redondesco e Rodigo ( entrambe nell’attuale Lombardia) ed entrambe molto vicine a Mantova. Inoltre, sempre vicino la città lombarda, c’è una città che si chiama Cimbrolo, derivato appunto dal nome del popolo germanico. Pur essendo tornata la teoria mantovana tra gli storici, il dibattito rimane aperto e abbastanza vivace. Individuare l’esatta collocazione della battaglia, potrebbe anche cambiare le conoscenze che abbiamo di quest’antica popolazione e di come, questi invasero la Repubblica romana.

Nonostante i dubbi siano molti, questo scontro segnò la fine dell’invasione dei popoli germanici. I romani, infatti, avevano già sconfitto i Teutoni nel 100 a. C. Quello che segnò, però, fu soprattutto la politica romana. È con questa battaglia che la rivalità tra Gaio Mario e Silla si accese, portando poi alle guerre civili. Ed è sempre dopo la battaglia dei Campi Raudi che Gaio Mario concesse ( senza consultare il senato) la cittadinanza romana ai legioni italiche che da questo momento sarebbero stata considerate romane a tutti gli effetti.