I misteri di Sacsayhuamán
Esistono nel mondo, luoghi appartenuti a secoli passati che, però, non smettono di sorprenderci, come nel caso del sito archeologico di Sacsayhuamán.
I misteri di Sacsayhuamán
Si trova nella regione di Cusco (Perù) ed è, appunto, un’area archeologica risalente al periodo degli Inca, in particolare al dominio dei Pachacútec, di cui il primo rappresentante è considerato storicamente il fondatore dell’impero. L’area risale al 1438 quando iniziarono a edificarla, continuarono poi fino al 1500 circa quando la terminarono. I lavori dunque durarono quasi settanta anni, durante i quali furono quattro gli architetti che si adoperarono: sicuramente il principale – e il più produttivo- fu Apu Huallpa, il quale progetto la maggior parte degli edifici. Secondo gli studi storici, sfruttarono almeno ventimila lavoratori, i quali avevano il compito di trasportare le pietre e di disporle. Questo accade, più o meno, fino all’arrivo degli spagnoli, i quali poi, con la loro dominazione, presero mattoni e pietre per costruire, a loro volta, case e chiese.

La sua architettura
Il sito, comunque, è ancora oggi composto di una grande piazza, sulla quale svetta una fortezza cerimoniale, ubicata circa due chilometri da Cusco, antica capitale Inca. La zona poi era “controllata” da una statua gigante che ritraeva un puma, di cui oggi non rimane pressoché traccia. Apu Huallpa ridisegnò la città, cercando di dargli, appunto, la forma dell’animale che, nella cultura Inca, è sacro, in quanto guardiano delle cose terrene. Oggi, rimangono intatte le mura difensive, forse appartenenti a un’antica fortezza. La tecnica è di elevata precisione: le pietre furono tagliate in modo che non ci possa passare niente. Si tratta dunque di un grandioso lavoro d’ingegneria, ancora oggi oggetto di studio per comprendere in modo approfondito la tecnica. Sono tre cinte murarie, lunghe perlopiù trecento metri l’una. Quella rimasta intatta: alta cinque metri e lunga due e mezzo. Tutto però fa credere che fosse molto più alta e, ovviamente, più lunga.
Nella parte inferiore della città, invece, s’intravede bene la forma architettonica del puma: la fortezza sarebbe stata la testa dell’animale; invece la parte inferiore, il corpo, tanto che, qui, le mura sono costruite a zig zag. Non mancano nemmeno le porte che collegavano i diversi livelli del complesso urbanistico. Nell’antichità c’erano anche tre torri, distrutte dai conquistadores, di cui rimangono solo le fondamenta. La torre, cosiddetta rotonda per la sua base, ospitata il re Inca e la sua corte; la seconda, quella di Paucamarca, ospitava la classe religiosa e infine la terza era adibita perlopiù a deposito di viveri.

Sebbene le alte mura fossero difensive, la funzione era quella religiosa. Il complesso sembra infatti fosse dedicato al Dio Sole e sfruttate per le varie celebrazioni. Ancora oggi, al solstizio d’inverno festeggiano qui la festa degli Inti Raimi, antico rito dedicato, appunto, al Dio solare.
Il sito è di estrema rilevanza storica e architettonica, tanto che oggi fa parte dei Patrimoni dell’Unesco.