Cinema 3D, cent’anni di storia
Il cinema 3D compie cent’anni! Le sue origini, infatti, affondano le radici nella storia e in particolare il cinema 3D nei ruggenti anni ’20. Il primo film realizzato con questa tecnica ad uscire nelle sale, infatti, fu The Power of Love, il 27 settembre 1922. Il sistema fu ideato dal produttore Harry K. Fairall e dal regista Robert F. Elder, attraverso la proiezione di una doppia pellicola, una con filtro rosso e l’altra con filtro verde. Si tratta ancora oggi del primo esempio di film anaglifico, andato tuttavia perduto nel corso del tempo.
In quegli anni anche il regista italiano Enrico Guazzoni decise di applicare la nuova tecnica ai suoi film. Le pellicole compete sono andate perse, ma nel 2001 sono stati restaurati alcuni fotogrammi successivamente pubblicati da Gengotti Editore.
Nel dicembre del ’22 William Von Doren Kelley, inventore del sistema Prizma, convinto di poter ottenere lauti guadagni, realizzò una serie di cortometraggi dal titolo Movies of the Future. Le pellicole, realizzate con il metodo creato dall’autore furono proiettate al Rivoli Theatre di New York. L’anno successivo lo stesso Roxy tentò di vendere un secondo cortometraggio, dal titolo Through the Trees – Washington D. C., ma senza alcun successo.
In contemporanea, nel dicembre del 1922, Laurens Hammond e William F. Cassidy presentarono il nuovo sistema Teleview. Si trattò del primo metodo di proiezione a sequenza di fotogrammi alternati, capace di restituire un’immagine stereoscopica di grande qualità senza che la vista dello spettatore si stancasse. Questo tipo di tecnologia, all’epoca, non ebbe larga diffusione, tanto che fu adottata dal solo Selwyn Theater di New York, con la proiezione di alcuni cortometraggi e di un film dal titolo The Man From M.A.R.S., il 27 dicembre 1922.
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Revival e declini
Dal 1923 al 1925 uscirono nelle sale numerosi cortometraggi, ma poco dopo, fra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30, l’interesse per i filmati stereoscopici sembrò svanire. Tornò in voga a partire dalla metà degli anni ’30. Giunse, tuttavia, solo negli anni ’50 un vero e proprio periodo d’oro per il cinema 3D. Nel 1952 nacque il primo film stereoscopico a colori, Bwana Devil, girato in Natural Vision, sistema creato da M. L. Gunzberg. Il film giungerà poi in produzione con il titolo The Lion of Gulu.
L’anno successivo, in primavera, uscirono nelle sale due pellicole innovative, L’uomo nell’ombra e La maschera di cera. Quest’ultimo divenne persino il primo film in 3D dotato di audio stereofonico. Entrambi decretarono la nuova ripresa di Hollywood, che negli anni stava riuscendo a riportare il pubblico nelle sale, combattendo contro l’astro nascente della televisione. Poco tempo dopo, nel maggio del 1953, anche la Walt Disney entrò con forza nel mondo della cinematografia 3D con Melody, un corto che accompagnò il primo western in 3D, Forte T, della Columbia. La pellicola targata Disney fu, qualche anno dopo, nel 1957 inserita nel programma 3-D Jamboree del Fantasyland Theatre di Disneyland, con il corto I pirati dello zoo.
In quel periodo la Columbia cominciò a produrre commedie slapstick concepite per il 3D. Uno dei primi esemplari fu I Tre Marmittoni. Il declino, tuttavia, giunse rapidamente proprio agli albori dell’autunno 1953. I motivi furono molteplici, ma ad influire incisivamente fu la difficoltà nella proiezione, vista la necessità di due proiettori sincronizzati e il forte impatto negativo sulla vista dello spettatore.
Già nel dicembre del ’53, però, il cinema 3D tornò in auge con alcuni celebri film stereoscopici, per ricominciare la discesa verso il declino nella primavera del ’54. Le ragioni della perdita di interesse restarono le medesime del precedente abbandono. L’ultimo film dell’età d’oro del 3D fu La vendetta del mostro, del febbraio del 1955.
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Dagli anni ’60 ad oggi
Per molto tempo il cinema non sembrò voler tornare sui passi della tridimensionalità, fino agli anni ’60, quando apparvero nelle sale alcuni lavori di serie B in anaglifo. La tecnologia in uso era ormai la Space-Vision 3-D, che ovviò all’annoso problema del doppio proiettore. L’apice della ripresa giunse negli anni ’80, con IMAX. Proprio con questa nuova tecnologia venne girata una serie di documentari in 3D di durata superiore a 20 minuti. Il primo film non documentaristico a sfruttarne le potenzialità fu, invece, una pellicola sulla vita del celebre scrittore francese Antoine de Saint-Exupéry. Uscirono successivamente prodotti pensati per un largo pubblico.
Il vero revival si ebbe nei primi anni del nuovo millennio. Nel 2003, infatti, il regista James Cameron realizzò il documentario Ghosts of the Abyss, il primo film girato con il sistema IMAX 3-D. Appena due anni dopo, nel 2005, Steven Spielberg annunciò la sperimentazione in merito ad un sistema che non necessitasse di occhiali, attraverso l’uso di schermi al plasma. Nel 2007, poi, al Festival di Cannes apparve Scar, come film di apertura della kermesse e primo lungometraggio statunitense 3D in Real D.
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