La vita e la tragica morte di Mia Martini
Fra le artiste più iconiche del panorama musicale italiano spicca certamente il nome di Mia Martini. Il suo successo ha attraversato trent’anni cruciali per il Paese, intersecandosi a stretto filo con le difficili vicende personali della donna.
Nata a Bagnara Calabra nel settembre del ’47 Domenica Rita Adriana Berté, seconda di quattro figlie, trascorse l’infanzia a Porto Recanati, nelle Marche. Ben presto la piccola Mimì, nomignolo con la quale era chiamata in famiglia, mostrò di avere un grande talento musicale. Il suo percorso avrà inizio dapprima in contesti locali, come balere e feste, ma anche in concorsi per voci nuove. Nel 1962, poi, giunse a Milano, accompagnata dalla madre, per tentare di ottenere un contratto discografico. La grande occasione fu un provino davanti al produttore Carlo Alberto Rossi che, colpito dal talento della giovane, decise di lanciarla come ragazzina yéyé, sulla scia del successo di Sylvie Vartan e Françoise Hardy. Il primo passo fu la partecipazione al Festival di Pesaro con il brano Ombrello blu, in coppia con Marisa Terzi, moglie dello stesso produttore. Già l’anno successivo giunse per Mimì il primo 45 giri, con la CAR Juke Box. Fu l’inizio di un precoce e rapido successo, presto arrestato dal cliché della ragazza scanzonata nel quale era rimasta impigliata.
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Gli inizi
Per tentare di risollevare la sua neonata carriera si trasferì a Roma con la madre e le sorelle. Lì iniziò ad esibirsi con la sorella minore Loredana e l’amico Renato Fiacchini, ormai noto come Renato Zero. Le difficoltà per Mimì si presentarono presto. Nel ’69, infatti, finì in arresto per detenzione di una sigaretta a base di erba in una nota discoteca sarda. Poco dopo la cantante fu prosciolta, ma dovette trascorrere quattro mesi in carcere a Tempio di Pausania, il che la segnerà profondamente. A causa dell’accaduto il 45 giri dal titolo Coriandoli spenti/L’argomento dell’amore non venne pubblicato, rimanendo inedito per oltre trent’anni. Dall’anno successivo le sue esperienze nel mondo della musica ripresero a pieno regime, anche insieme alla sorella Loredana.

L’incontro decisivo fu quello con il produttore discografico Alberigo Crocetta, fondatore del Piper e scopritore di artiste del calibro di Patty Pravo. Fu proprio l’uomo a lanciarla nel panorama internazionale, con lo pseudonimo di Mia Martini. Risale a quel periodo anche il suo look bohemien, caratterizzato da una moltitudine di accessori e dall’iconica bombetta. Il primo brano che Mimì firmò con il nuovo nome fu Padre davvero. Il pezzo, giudicato dalla critica dissacrante, riscosse un successo incredibile e vinse il Festival di Musica d’Avanguardia e Nuove Tendenze di Viareggio. Mimì era ormai consacrata nel mondo della musica italiana ed internazionale. La sua carriera procedette carica di successi, ma molti furono anche i periodi difficili. Alla fine degli anni ’70, infatti, la donna cominciò ad avere problemi alle corde vocali, che la costrinsero a sottoporsi a due delicati interventi chirurgici.
Il ritorno alle scene
Il 1981 rappresentò il ritorno alle scene, dopo un lungo anno di silenzio. Mia Martini, con una voce ormai più roca e meno estesa a causa degli interventi, si propose in una veste nuova. Non più solo interprete l’artista volle intraprendere il cammino del cantautorato, mutando profondamente anche nel look. Il suo aspetto era ormai più discreto e androgino, molto lontano dall’eccentricità degli anni precedenti. Il primo album di brani interamente scritti da lei prese il nome di Mimì ed ottenne un discreto successo, osteggiato tuttavia dall’atteggiamento del mondo radiotelevisivo. La cantante, amareggiata, denunciò la situazione anche in molteplici interviste, dichiarando per la prima volta che si stesse diffondendo una terribile malalingua, secondo la quale la donna avrebbe portato sfortuna.
A dispetto dell’atteggiamento ostile nella promozione del suo disco Mimì riuscì a partecipare, nel 1982, al Festival di Sanremo, con l’iconico brano E non finisce mica il cielo, uscito dalla penna di Ivano Fossati. Mia Martini non vinse la kermesse, ma le venne riconosciuto il prestigioso Premio della Critica, istituito proprio per lei. Quell’anno fu carico di successi e collaborazioni, che proseguirono anche nel 1983, quando, però, intervennero alcune tristi vicende personali. Alla fine dell’anno, infatti, morì il road manager e grande amico di Mimì, Pier. Questo, tuttavia, non fu l’unico episodio che si abbatté sulla vita della cantante.
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Il ritiro
In quel periodo giunse al termine anche la relazione con Ivano Fossati e complice il difficile rapporto con la sorella Loredana l’artista decise di ritirarsi dalle scene. Ebbero un ruolo influente, nella decisione, anche le voci insinuanti diffuse negli anni precedenti. Sarà la stessa Mia Martini, tempo dopo, a spiegare in un’intervista come le voci fossero nate. La donna dichiarò che tutto ebbe inizio nel 1970, al tempo dei suoi primi successi. In quel periodo un impresario, assiduo frequentatore del Piper, le propose un’esclusiva a vita che l’artista rifiutò. Poco dopo, al ritorno da un concerto in Sicilia, il pulmino sul quale viaggiava la donna ebbe un incidente e due ragazzi persero la vita. L’impresario, quindi, colse l’occasione per diffondere la voce che Mimì portasse sfortuna. Proprio durante alcune interviste la Martini non mancò di puntare il dito contro artisti e discografici colpevoli, dalle sue parole, di aver contribuito a rafforzare la terribile etichetta, che la perseguitò per tutto il resto della sua vita.
Gli atti di ostracismo nei confronti della talentuosa cantante non ebbero fine. Nonostante i tentativi dell’etichetta discografica di rilanciarne la carriera molti furono i rifiuti, compreso quello che colpì il brano Spaccami il Cuore, scritto da Paolo Conte e rifiutato dal Festival di Sanremo. Sconfortata e profondamente provata dal trattamento riservatole dal mondo dello spettacolo Mimì si ritirò nella campagna umbra, esibendosi di tanto in tanto in contesti locali.
Gli ultimi successi
Il ritorno definitivo sulla scena avvenne nel 1989 grazie all’intervento di Gianni Sanjust, in collaborazione con l’etichetta Fonit Cetra. Sanjust recuperò un brano scritto per la donna da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio nel 1972 e lo candidò al Festival di Sanremo.

Mimì salì sul palco della kermesse intonando le commoventi note di Almeno tu nell’universo. Fu un successo incredibile. La canzone ottenne innumerevoli apprezzamenti dal pubblico e il Premio della Critica. Incoraggiata dai tanti consensi Mia Martini intreprese una tournée dal vivo e incise un LP dal titolo Martini Mia…
Nello stesso anno, durante l’estate, partecipò al Festivalbar, dove ottenne il disco d’oro per l’ultimo album pubblicato. In autunno vinse anche la Targa Tenco.
I problemi per Mimì sembravano ormai alle spalle quando la situazione precipitò. Affetta da alcuni anni da un fibroma uterino mal curato Mimì assumeva ingenti quantità di farmaci, rifiutando di sottoporsi ad un necessario intervento di rimozione. Nonostante la delicata condizione di salute dell’artista fu annunciata una nuova tournée, durante la quale ella finì per due volte in ospedale, ad Acireale e Bari.
Poco tempo dopo, a causa di una sospetta irreperibilità, il manager allertò i soccorsi che trovarono la donna nella sua abitazione di Cardano al Campo, in provincia di Varese, senza vita. Intorno alla scomparsa di Mia Martini, negli anni, sono emersi molti dubbi. Al tempo, tuttavia, la Procura di Busto Arsizio, dopo aver disposto l’autopsia, archiviò il caso come overdose di stupefacenti. Nella notte fra l’11 ed il 12 maggio del 1995 si è spenta una delle stelle più luminose che la musica italiana abbia mai conosciuto.
Ne resta l’affettuoso ricordo dei tanti artisti che con lei hanno condiviso successi e dolori e l’amore del pubblico, che ancora oggi rivive attraverso le sue straordinarie canzoni.
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