1355. La cavalcata del Principe Nero

Nel pieno degli orrori della guerra dei Cent’anni il Principe Nero condusse una feroce incursione a cavallo all’interno dei territori francesi. Il principe guidò l’esercito anglo-guascone, dal 5 ottobre al 2 dicembre 1355, da Bordeaux a Narbona. Durante il cammino, lungo circa 480 km, i quasi 6mila uomini devastarono e depredarono una larga porzione di territorio nemico. La spedizione non ebbe l’obiettivo di conquistare le terre dominate da Giovanni II di Valois, bensì infliggere un duro danno economico, che avrebbe contribuito ad uno strategico indebolimento. Gli inglesi, infatti, ripresero le offensive al termine delle ritualità natalizie, appropriandosi, questa volta, di più di 50 fra città e fortezze. Nell’anno successivo, tuttavia, si infiammò la controffensiva francese, che costrinse il sovrano inglese ad affrontare la celebre battaglia di Poitiers, al termine della quale sbaragliò i nemici.

 

La partenza

La grande spedizione mosse i primi passi nel settembre del 1355, quando Edoardo di Woodstock, figlio del sovrano inglese Edoardo III, riunì circa 2mila uomini. Il contingente avrebbe seguito il Principe Nero oltremanica, a Bordeaux, all’epoca territorio britannico. Lì il piccolo esercito raggiunse quasi 6mila unità, grazie all’armata locale. Il 5 ottobre dello stesso anno le truppe lasciarono Bordeaux, giungendo una settimana dopo nella contea di Armagnac, primo obiettivo della spedizione. Oltrepassata la linea nemica e arrivato nei territori designati l’erede al trono britannico fece spiegare i vessilli, dividendo l’armata in tre colonne. Lì i suoi uomini si abbatterono con ferocia su città e campagne, portando una terribile devastazione. D’altro canto, il conte Giovanni d’Armanac tentò di evitare lo scontro diretto. Al suo fianco si schierarono, poi, le armate ausiliari di Giacomo I di Borbone-La Marche e Jean de Clemont. Essi giunsero a Tolosa e contribuirono a rafforzarne le misure difensive. Compreso l’alto rischio di un attacco alla città cardine della contea il Principe Nero decise di proseguire verso est. La manovra spiazzò i nemici, che avevano concentrato le forze a Tolosa, tralasciando la protezione dei guadi.

La terribile cavalcata raggiunse il granaio di Francia, una terra considerata la più ricca e opulenta del mondo conosciuto. I soldati misero a ferro e fuoco la zona, minando gravemente la produttività dei suoli. Al contempo l’armata assaltò Carcassonne. Lì i cittadini, pur di avere salva la vita, offrirono grandi somme di denaro agli invasori, ricevendo un secco rifiuto. Edoardo ordinò ai suoi sottoposti di appiccare il fuoco alla città e li condusse via.

L’8 novembre gli inglesi raggiunsero Narbona, sotto il controllo di Aimerico VI. Il centro fu vittima di un duro assalto, al quale i cittadini risposero con rudimentali armi.

Come previsto e desiderato dal capitano inglese il Sud della Francia uscì enormemente impoverito dall’incursione. Poco dopo, infatti, alcuni nunzi pontifici giunsero da Avignone, nel tentativo di organizzare una tregua. Ad essi fu comunicato che la questione sarebbe stata discussa soltanto da re in persona, Edoardo III.

 

Il rientro

Ebbe inizio, poi, la lunga traversata par far ritorno a Bordeaux. Nel tentativo di contenere i danni e infliggere una sconfitta al nemico il conte di Armagnac, con il Borbone ed il Clermont, condusse una guarnigione dell’esercito ad Homps, nei pressi di Narbona. Il tentativo di allestire uno scontro con il Principe Nero, tuttavia, fallì, poiché proprio quest’ultimo, compreso lo svantaggio, si allontanò dalla città, lasciandosi alle spalle un piccolo assalto della milizia locale. Il rientro fu difficoltoso, le riserve idriche e alimentari cominciarono ben presto a scarseggiare. Per tentare di recuperare rifornimenti d’emergenza l’esercito si diresse verso Carcassonne e sottopose la limitrofa città di Limoux a saccheggi e distruzione.

Il 17 novembre il principe inglese riuscì a incontrare Gastone III di Foix che, nemico dell’Armagnac, gli permise di attraversare le proprie terre. Il giorno successivo, tuttavia, la guarnigione fu avvistata dai francesi e Giacomo di Borbone convinse il conte di Armagnac a raggiungere la zona sud-ovest di Tolosa per sorprendere i nemici. L’operazione fu una grande disfatta. I francesi, infatti, persero la battaglia, scoppiata il 20 novembre. Appena due giorni dopo l’armata inglese fece ritorno in Guascogna e il 28 novembre rientrò in terra amica, giungendo a Bordeaux il 9 dicembre.

 

Le conclusioni

La Francia uscì a fatica dalla crisi procurata dalla feroce traversata del Principe Nero. Questo, tuttavia, non fu l’ultimo colpo inferto al Paese dalle forze britanniche. Dopo il Natale, occasione di grandi festeggiamenti anche in onore della felice spedizione, l’esercito inglese subì un profondo riassetto, con la suddivisione in quattro gruppi. L’offensiva riprese con un duro assalto durato 4 mesi, durante i quali molte furono le città a cadere sotto le armi nemiche. Numerosi principi occitani, vista l’impossibilità di difendersi, si sottomisero al temibile Principe Nero. Le forze francesi si trovarono, quindi, indebolite ad affrontare la celebre battaglia di Poitiers, che sancì la definitiva sconfitta. In quell’occasione il re Giovanni II fu catturato e condotto, in ostaggio, a Londra.