I tre falsi Zar di Russia

I tre falsi Zar di Russia

Le dinastie reali hanno un fascino intramontabile, come dimenticare i Tudor ( Inghilterra) o i Romanov ( Russia). Non sono da meno nemmeno i  loro membri: Enrico VIII, ad esempio, rimane ancora una figura che suscita un forte interesse storico. Sicuramente, tra quelle più studiate ci sono gli Zar di Russia: d’altronde, il suo ultimo discendente (Nikolaj) con tutta la sua famiglia rende gli storici ancora avidi di informazioni a loro riguardo.

Se l’interesse storico non bastasse, accorre la leggenda: è ormai noto che, dopo l’omicidio della famiglia compresi i figli, un fantomatica ragazza si dichiarò Anastasia Romanov. In realtà, non era assolutamente lei bensì una malata mentale, scappata da un manicomio in Polonia. Ecco, nella storia russa ci sono altri casi del tutto simili.

Dimitrji I

Il primo fu colui che è passato alla storia come “Il falso Dimitrji I”. Le prime tracce le troviamo all’inizio del Seicento quando compare come servo presso un nobile polacco in un censimento della popolazione. Non sappiamo molto altro circa la sua biografia, sennonché egli iniziò ad affermare a gran voce di essere il figlio dello zar Ivan IV, il primo di tutti gli zar, passato alla storia come “Ivan il Terribile”. Egli, infatti, sempre secondo le dicerie dell’epoca, raccontava che sua madre fosse stata la sua amante e che, quindi, dal loro rapporto fosse nato “Dimitrji”; da qui, il bambino avrebbe vissuto alla corte russa fino al tentato omicidio, al quale sarebbe sopravvissuto. La madre, per salvarlo dalle lotte intestine della corte russa, lo avrebbe affidato a un medico polacco.  La sua storia, com’è immaginabile, colpì moltissimo l’opinione pubblica, tanto che se ne cominciò a parlare anche alla corte polacca; per di più, in molti ci videro una forte somiglianza. Il re Sigsmondo III di Polonia, colpito da questa storia, decise di appoggiarlo contro lo zar Boris Godunov, in quel momento sul trono russo.

Il primo impostore. Wikipedia
L’incoronazione e la caduta

Alla notizia, lo zar dichiarò che non fosse affatto figlio di Ivan IV bensì fosse il monaco Grigorij Otrepov in cerca di fortuna. Dimitrji, però, non si arrese e, con l’appoggio dell’esercito polacco, riunì un numero consistente di seguaci con l’intenzione di invadere presto il vicino russo. Questo accadde nel giugno del 1604, durante il quale si scontra due volte con l’esercito dello zar: nella prima ne esce vittorioso, nella seconda, invece, rimase sconfitto. Dopo la morte, però, di Godunov e la salita al trono di suo figlio, l’esercito iniziò a patteggiare per il “nuovo” pretendente al trono. Questo gli permise di entrare a Mosca, dove chiese di essere incoronato zar. Accadde, dopo aver deposto il precedente patriota, il 30 luglio del 1605. Al governo, però, Dimitrji iniziò a vacillare, tanto che il malcontento non tardò ad arrivare e così in molti iniziarono a cospirare contro di lui fino al suo omicidio, avvenuto il 17 maggio del 1606, dopo un regno durato appena dieci mesi.

Dimistrji II

Questo, però, non fu l’unico “falso Dimitrji”, è curioso ma un altro ha uno spazio nella storia russa. Si tratta del “Falso Dimistrji II”. Se del primo qualcosa conosciamo, del secondo sappiamo poco, tanto che la sua vera identità rimane tutt’oggi un mistero. Sicuramente, parlava russo e conosceva le tradizioni e le usanze ortodosse; sapeva leggere e scrivere correttamente. La sua storia si lega a quello del primo impostore.

Dipinto di Nevrev. Wikipedia.

Dopo la morte del Primo Dimitrji, iniziò a diffondersi la voce che non fosse morto realmente e che il corpo ritrovato, dunque, non fosse il suo. In alcuni angoli più remoti della Russia, il nuovo impostore iniziò a farsi notare: affermava di essere il primo Dimitrji scampato all’omicidio. E così in poco tempo riuscì a raggruppare un numero di uomini sufficienti a marciare su Mosca, grazie all’aiuto dei Tartari, dei Boiari e dei Cosacchi.

Dimitrji II. Wikipedia

Durante la marcia, l’esercito zarista cercò di fermarlo, ma senza alcun risultato, tanto che arrivò alle porte della capitale. Qui, creò un governo parallelo e una propria Duma a quella dello zar Basilio IV, il quale riesce a ottenere l’aiuto dell’esercito svedese. Insieme, dunque, riuscirono a sconfiggerlo ma non a farlo indietreggiare. E, anche grazie al supporto polacco, Dimitrij continuò la sua marcia. Il governo polacco però aveva ben altro in mente, ossia invadere la Russia. Questo, agli occhi del Secondo impostore, fece crollare la sua fiducia che riversò poi verso il popolo russo. La situazione era complessa e, non avendo più l’appoggio né dell’uno né dell’altro, rimase vittima di un agguato, morendo l’11 dicembre del 1610.

Aleksey I

Entrambi ebbero un discreto successo politico, ma non furono gli unici casi. Un altro fu quello del “falso Aleksey I”, figlio dello zar Mikhailovich. Egli aveva due figli Aleksej e Simeon Alekseevich, i quali morirono molto giovani, forse avvelenati da presunti oppositori politici. Alla loro morte, in molti vociferarono che Alekesey non fosse realmente morto, ma fosse riuscito a scappare. Questi pettegolezzi furono sfruttati dal comandante Stenka Razin, il quale, approfittò di alcune rivolte per “presentare” all’esercito un nuovo pretendente al trono che, appunto, sarebbe stato il figlio del precedente zar. In realtà, sembra oggi che fosse un semplice contadino che si era prestato alla parte. Lo portarono a Mosca, dove fu incoronato. In realtà, non sappiamo molto altro su questo impostore, solo che fu giustiziato qualche giorno dopo la sconfitta e la morte del comandante, nel 1671.