Luigi Gonzaga detto “Rodomonte”
Il capitano imperiale di Carlo V morto a Vicovaro
Luigi Gonzaga “Rodomonte” nacque il 16 agosto 1500 a Mantova da Francesca Fieschi, discendente dai conti di Lavagna e da Ludovico Gonzaga, conte di Rodigo del ramo cadetto gonzaghesco di Gazzuolo.

Perchè “Rodomonte”?
L’epiteto “Rodomonte”, citazione dell’Orlando Innamorato, romanzo cavalleresco scritto da Matteo Maria Boiardo e pubblicato per la prima volta nel 1483, pare si debba alla sua straordinaria forza fisica. La tradizione dell’epoca parla infatti di ferri di cavallo aperti e grosse funi spezzate a mani nude, pesantissimi pali di ferro scagliati a una distanza doppia rispetto a quella raggiungibile da un ottimo lanciatore.
Gli studi umanistici
Venne avviato agli studi umanistici a partire dal 1512. Ebbe come precettore Giovanni Bonavoglia, titolare della cattedra di eloquenza a Mantova e arcidiacono della città, che lo incoraggiò alla produzione poetica. Quest’ultimo fu autore del Monumentum Gonzagium per il marchese Federico Gonzaga, poema in sette libri avente come scopo l’esaltazione dei signori di Mantova attraverso la descrizione di opere d’arte o decorative, specchio del mecenatismo gonzaghesco.
Il trasferimento in Spagna
Pur desiderando di partire per la Francia al seguito del fratello minore Gianfrancesco, fu trattenuto dal padre, ma nel 1520 riuscì a partire per la Spagna. E da qui inizierà ad affacciarsi all’arte della guerra.
Al seguito di Carlo V
Durante questo soggiorno ebbe l’occasione di distinguersi durante gli esercizi cavallereschi: tra le memorabili imprese spicca la vittoria nella lotta con un gigantesco moro. Impressionato favorevolmente dalla sua forza e astuzia, Carlo V lo prese in simpatia e gli permise di seguirlo in Inghilterra. Sbarcò dunque a Londra nel 1522, ospitato nel castello di Windsor.
Il sacco di Roma
Nel 1527 prese parte al Sacco di Roma con i suoi soldati mercenari, mettendo in salvo il papa Clemente VII, assediato a Castel Sant’Angelo, che fu scortato fino a Orvieto. In seguito a quest’impresa ricevette le insegne di comandante supremo delle truppe pontificie e nel 1528 gli fu concesso di sposare Isabella Colonna, unica figlia ed erede di Vespasiano Colonna, duca di Traietto e conte di Fondi.
A causa di una malattia si stabilì a Rivarolo.
Il soggiorno a Ferrara
Dopo la convalescenza, incamminatosi per Roma, fece tappa a Ferrara dove incontrò Ludovico Ariosto, che si accingeva a ristampare l’Orlando Furioso, dove il Gonzaga è citato ad esempio nel canto XXVI come il prode e valoroso “Luigi di Gazolo o come il cavaliere caro a Marte e alle Muse nel canto XXVIII.
Ad Ancona e a Vicovaro
La sua carriera militare proseguì sotto le insegne pontificie di Clemente VII con la presa di Ancona il 20 settembre 1532, con la scusa di fronteggiare il pericolo turco e la lotta contro il ribelle abate di Farfa Napoleone Orsini, che si era rifugiato nel castello di Vicovaro. Il Gonzaga giunse a Vicovaro ad ottobre, ma il suo assedio incontrò una forte resistenza, che riuscì ad abbattere solo un mese dopo.
Non tutti si erano però arresi e il Gonzaga fu ferito alla spalla sinistra da un colpo di archibugio, attribuito da un poeta anonimo dell’epoca al crudel Orsin. Fu trasportato nel castello e assistito dalla moglie. Prima di morire riuscì a dettare minuziose disposizioni testamentarie. Le trascrissero i due notai pubblici di Vicovaro, essendo testimoni, il mantovano Giovan Francesco Capi colonnello generale pontificio, il medico lodigiano Tommaso Cadimosto, il phisico romano Damiano de Damianis, il mantovano Emilio Boccalino, il nobile Roberto Pallavicini, il milanese maestro Dionisio de Bonatti.
Secondo le fonti dell’epoca il Gonzaga, che si presenta nel testamento con i titoli di marchese, duca di Trajeto, conte di Fundi et capitano generale della Chiesa, sano di mente, senso et intellecto, nell’imminenza della morte, dispose con chiara dictatura, chiedendo perdono al papa per aver partecipato al sacco di Roma. Spirò il 3 dicembre 1532, nella terra di Vicovaro, nel palazzo di detto loco, sotto la diocesi tiburtina all’età di 32 anni. Il comando della sua compagnia venne assunto dal suo condottiero Capino da Mantova.
Dopo alcuni anni di soggiorno a Rivarolo, nel 1534, la moglie decise di ritornare con il figlio nelle proprie terre. Isabella si risposò con Filippo di Lannoy, principe di Sulmona ed ottenne il consenso imperiale per affidare Vespasiano alle cure della zia Giulia Gonzaga.
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