Fiuggi e le sue terme. Il papa a cui la città dedicò le acque

Nella splendida cornice della storica Fiuggi sorge uno dei più celebri edifici termali italiani. Realizzato, con l’aspetto attuale, nel 1905 fu intitolato ad un noto personaggio storico, che contribuì a mutare l’assetto dell’istituzione ecclesiastica romana.

La vita

Bonifacio VIII nacque ad Anagni nel 1230, con il nome di Benedetto Caetani, erede di una ricca famiglia latifondista. La carriera ecclesiastica ebbe inizio intorno agli anni ’60 del XIII secolo, quando Benedetto assunse il ruolo di canonico nella città di Todi, dove lo zio, Pietro Caetani, era vescovo. Fu proprio in Umbria che il giovane potrebbe aver iniziato gli studi di diritto, completati poi presso l’Università di Bologna, interessandosi al diritto canonico.

Ben presto il Caetani riuscì a introdursi nella curia romana. Assunse, a partire dal 1264, importanti incarichi internazionali, che lo condussero nelle più rilevanti corti europee. Fu prima in Francia, per sostenere l’ascesa al trono napoletano di Carlo I d’Angiò, poi in Inghilterra, dove rimase dal 1265 al 1268. A Londra Benedetto finì, persino, imprigionato nella celebre Torre cittadina, insieme alla delegazione di cui faceva parte. La libertà giunse soltanto grazie all’intercessione del futuro re Edoardo I, per il quale Benedetto dichiarerà espressa simpatia. Ciò potrebbe aver influito sull’aspra rivalità con Filippo IV di Francia, avversario di Edoardo I.

Pochi anni dopo giunse, per il Caetani, l’elezione a cardinale diacono e gli fu assegnata la sede di San Nicola in Carcere, a Roma. Successivamente divenne sacerdote ad Orvieto. Ben presto, tuttavia, complice anche il ruolo cruciale della famiglia d’origine, ottenne il titolo cardinalizio, contribuendo così ad aumentare ancora la fama e la ricchezza dei Caetani.

Il neoeletto cardinale fu tra le figure più vicine a papa Celestino V, proprio al tempo in cui il pontefice meditava la celebre abdicazione. Al Caetani, infatti, il papa affidò, con il sostegno del cardinale Gerardo Bianchi, una delicata missione. I due, esperti di diritto canonico, avrebbero dovuto riflettere sulla legittimità dell’abdicazione pontificia. Al termine dei lavori Celestino V emise una bolla, la Constitutionem, con la quale definiva le norme per l’elezione del nuovo pontefice, in caso di dimissioni, facendole corrispondere a quelle da seguire in caso di decesso dello stesso. Appena tre giorni dopo abdicò.

Ritratto di Bonifacio VIII - Cristofano dell'Altissimo
Ritratto di Bonifacio VIII – Cristofano dell’Altissimo
Il pontificato

L’evento, unico nel suo genere, gettò la Chiesa nello scompiglio, ma in rispetto delle regole sancite dall’ultima bolla il Sacro Collegio si riunì in conclave, a Napoli. Il 24 dicembre 1294 sorse al soglio il cardinale Benedetto Caetani, assumendo ufficialmente il pontificato il 23 gennaio 1295, con il nome di Bonifacio VIII.

Fin da subito il suo mandato fu velato di sospetto. Il primo ad avanzare l’ipotesi che Bonifacio potesse aver assunto il ruolo per simonia fu Dante Alighieri, che inserì il pontefice nella sua celebre Commedia.

Il pontificato di Bonifacio VIII fu lungo e complesso, costellato da eventi che avrebbero contribuito a mutare le vesti della storia. Una delle gesta più significative compiute dal pontefice fu certamente l’istituzione del Giubileo. L’idea giunse nel 1299, quando una moltitudine di pellegrini si era riunita nella Città Eterna, spinti da volontà propria. Bonifacio, allora, osservato il fenomeno pensò di poterlo sfruttare, anche sulla scia della leggendaria Indulgenza dei Cent’anni. Il papa istituì, quindi, l’Anno Santo, durante il quale i fedeli avrebbero potuto godere di indulgenza plenaria, facendo visita alla basilica di San Pietro e a quella di San Paolo fuori le mura.

L’iniziativa entrò ufficialmente in vigore nel 1300, con la bolla Antiquorum habet fida relatio, del 22 febbraio. L’editto non si limitava soltanto a sancire l’inizio dell’Anno Santo, con valenza retroattiva fino al 24 dicembre 1299, ma anche la ripetizione ogni cento anni.

L’istituzione ebbe un successo inaspettato e a Roma giunsero fiumane di pellegrini da tutto il mondo, che non solo portarono prestigio all’ingegnoso pontefice, ma anche molte finanze nelle casse della Chiesa.

L'oltraggio di Sciarra Colonna a Bonifacio VIII - Alphonse-Marie-Adolphe de Neuville
L’oltraggio di Sciarra Colonna a Bonifacio VIII – Alphonse-Marie-Adolphe de Neuville
La rovina

Il Giubileo fu, tuttavia, solo uno dei pochi momenti di pace per Bonifacio, che divenne protagonista di numerosi episodi che contribuirono a segnare negativamente il suo operato. Il più significativo fu certamente il celebre schiaffo di Anagni, una terribile umiliazione inflitta all’erede di Pietro nella cittadina laziale da Guglielmo di Nogaret e Giacomo Colonna. In seguito alla vicenda, che aveva fortemente provato il pontefice, egli tornò a Roma il 25 settembre 1303, sotto la protezione degli Orsini. Appesantito nell’animo e nel corpo, anche dai sintomi della gotta e dalla severa calcolosi renale di cui soffriva da tempo, morì pochi giorni dopo, l’11 ottobre. La salma venne tumulata nella basilica di San Pietro, nella cappella progettata e realizzata da Arnolfo di Cambio, ma ormai perduta. In seguito alla riedificazione della basilica, ad opera del Bramante, le spoglie furono deposte nelle Grotte Vaticane, luogo nel quale ancora riposano.

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