Il Kraken, terrore dei mari
La mitologia è colma di mostri, creature paurose che affollano le terre e mari; questi fanno parte del nostro immaginario e alcuni sono diventati davvero molto famosi, tanto da scriverci su romanzi o girarci i film. Tra questi c’è sicuramente il Kraken.
Il Kraken, terrore dei mari
Si tratta di un mostro fantastico che ha le fattezze di un enorme mollusco, in particolare la sua fisionomia ricorderebbe quella della piovra o di un calamaro e sarebbe talmente gigante che i suoi tentacoli potrebbe avvolgere un veliero. Il suo mito è scoppiato soprattutto tra il Seicento e il Settecento, quando esplose una sorta di mania sull’avvistamento di mostri marini e terreni. In realtà, i presunti avvistamenti ci sarebbero realmente stati, ma sarebbero di calamari giganti, specie che anche oggi è vista, sebbene raramente.

È chiaro che queste rimangono solo ipotesi, non c’è alcuna certezza scientifica che il kraken esista davvero; già dal nome domina il dubbio. Kraken è, infatti, di origine norvegese e deriverebbe da krake, ma di cui non conosciamo il significato. Secondo alcuni linguisti, potrebbe essere legato a una parola antica, oggi sconosciuta, che indicava un albero contorno e questo sarebbe in riferimento ai tentacoli che sarebbero come rami.
Le prime attestazioni
Le prime attestazioni risalgono al Cinquecento, quando nei resoconti marini, apparve per la prima volta questo essere, sebbene non fosse chiamato kraken. Il nome, invece, apparve nel corso del Seicento nell’opera “Viaggio Settentrionale” dell’esploratore italiano F. Negri, il quale descrisse una creatura enorme, con tentacoli lunghissimi. Da qui, poi il nome kraken si diffuse in tutte le opere di esplorazione, come in quella del religioso E. Pontoppidan in “Storia naturale della Norvegia”, il quale descrive un mostro, il più grande della terra. Inoltre, nella sua opera, riporta anche la voce, secondo cui un kran sarebbe stato trovato morto qualche anno prima fra gli scogli norvegesi. Non ci sono evidenze scientifiche, sebbene alcuni biologi, nel corso dell’Ottocento, abbiano provato a dimostrarne l’esistenza, come P. D. De Montfort, il quale li incluse nella sua opera d’inventariazione dei molluschi. La comunità scientifica lo derise, ma lui non demorse e passò tutta la vita a cercare le prove, senza però ottenere alcun risultato.

Oggi, il kraken fa parte del folclore e dell’immaginazione comune, tanto che scrittori del calibro di W. Scott o T. Love Peacock l’hanno inserito nelle loro opere. È soprattutto nel cinema che il kraken trova il suo posto nelle arti; sono moltissimi i film che ne raccontano la storia.
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