Il regno scomparso del Dahomey e le sue guerriere

Dal 1600 fino agli inizi del Novecento, nel continente africano esisteva una monarchia: il Regno di Dahomey. Questo si trovava tra l’attuale Togo e Nigeria. Con la nascita del commercio degli schiavi, divenne un punto centrale della tratta, tanto gli schiavisti la inserivano come “tappa fissa” della loro rotta marittima. La sua storia nasce con il popolo indigeno dei Fon che per primo s’insediò in queste zone, dando vita a un monarchia indipendente. Si deve a loro, infatti, la prima urbanizzazione di questo luogo, come la costruzione dei palazzi regali.

Uno dei re del Dahomey. Wikipedia.

A cavallo tra il Settecento e l’Ottocento, divenne un potenza locale: i Fon conquistarono gran parte delle città limitrofe e ampliarono così il loro regno che divenne ben presto tra i più estesi dell’Africa. Queste conquiste li procurarono anche prigionieri che vendettero agli schiavisti europei, in cambio questi li assicurarono la protezione in caso di attacco. La minaccia era sempre presente visto che erano nemici del regno vicino di Oyo.

Il regno era organizzato come monarchia, dove a capo c’era il re e la successione avveniva attraverso la linea maschile. È , però, nell’organizzazione dell’esercito, la parte più interessante. Questo infatti era composto anche da un parte femminile, le cosiddette Amazzoni del Dahomey. Introdussero le donne a partire dal 1729 e ben presto divennero parte fissa del corpo militare. La loro fama fu fino alla fine del regno, avvenuta per la colonizzazione francese, sempre più diffusa: gli altri eserciti consideravano le Amazzoni come le guerriere più crudeli e forti di tutta l’Africa.

Immagine delle Amazzoni del Dahomey. Wikipedia.

Le donne erano diligentemente selezionate dopo un addestramento che poteva durare anche mesi; una volta ammesse, non potevano sposarsi o avere figli. Socialmente erano alla pari degli uomini, tanto che non solo combattevano ma svolgevano anche lavori considerati prettamente maschili.