Il Teatro Cantero di Chiavari giace nel totale abbandono


Il Teatro Cantero. Quando era in attività anche l’insegna lo dimostrava


Sipario bloccato da quasi cinque anni,  buio in sala e la storica insegna perde i pezzi.

Questa è la situazione del Teatro Cantero di Chiavari, in provincia di Genova, che giace nel degrado più assoluto. L’ennesimo grido d’allarme era stato lanciato da tempo ormai dagli “Amici del Cantero”, un gruppo di appassionati che seguono gli eventi legati alla realtà dello storico teatro chiavarese.

“La nostra delusione è ulteriormente cresciuta negli ultimi tempi, da quando assistiamo al lento decadere delle lettere che compongono l’insegna del teatro. L’elegante cremisi conserva come ombre la traccia delle consonanti e vocali precipitate al suolo: oggi quella nobile scritta è divenuta una sorta d’acronimo illeggibile, gli occhi faticano a trovare il senso di quell’indicazione che suona come metafora di un decadimento innegabile”.

Le speranze non sono completamente perdute e sembra che qualcosa si stia muovendo per recuperare lo storico Teatro Cantero con i fondi del Pnrr.


Il Teatro Cantero fu inaugurato nel 1931 con la proiezione del fìlm muto Il bacio, con Greta Garbo. Da quel giorno hanno calcato il palcoscenico del teatro le maggiori compagnie teatrali.

Sono stati in cartellone Il Barbiere di Siviglia nel 1939, con la presenza di Lina Pagliughi; opere eseguite dalla compagnia del Cario Felice di Genova, durante la guerra;, concerti sinfonici e da camera; commedie come I rusteghi e La locandiera con Elsa Merlini nel 1950, concerto lirico con Fiorenza Cossotto nel 1961; Le Nozze di Figaro nel 1985.

Il Teatro ha operato anche come cinema ininterrottamente, passando dal muto, al sonoro, alla proiezione a colori, fino a giungere nel 2010 alla proiezione in 3D.
Oltre a ciò fu il luogo di innumerevoli spettacoli del repertorio operistico e drammaturgico, fino, anche, a spettacoli sportivi come incontri di boxe.
La sala è insolitamente grande, può contenere fino a 1.300 persone.

La sala è realizzata su impianto a forma di ferro di cavallo, più larga di quella classica all’italiana; la platea è ampia ed è delineata da tre ordini orizzontali, che si sviluppano in modo differenziato.

Il primo ordine è occupato da 12 palchi nei fianchi e da una gradinata nella parte frontale.

Il terzo dal loggione costituito da due corridoi e da una seconda gradinata in quella centrale. Tale piano sommitale ospita anche l’affaccio della cabina di proiezione.

“Fu costruito – si legge nel sito Fuori Genova – tra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30 del 1900 per volere dei Cantero, famiglia interessata già dai primi del secolo scorso nelle proiezioni cinematografiche, realizzate dapprima nella chiesa sconsacrata di San Francesco ed in seguito nei primi veri e propri cinema della città “. Dopo la demolizione del Teatro Verdi di Chiavari, il Cantero era diventato la presenza più antica di spazio teatrale di quest’area e testimone di un’ampia attività teatrale.


Da allora il Cantero ha continuato ad offrire i suoi spettacoli ad un pubblico sempre crescente.
Il palcoscenico giunge ai giorni nostri come all’epoca della costruzione, dotato di tutti i necessari meccanismi operativi.

L’apparato decorativo è improntato a forme neoclassiche che vengono però sottilmente intrecciate ad una trama di segni di derivazione Liberty. Classici sono i capitelli delle colonnine, delle paraste di proscenio, le cornici dentellate, gli acroteri ed i festoni, i sottili decori del soffitto. Sono invece derivazione Liberty la gran parte degli elementi pittorici, di cui si accenna sotto, e alcuni elementi specifici decorativi, come lo stemma con la data dell’arcoscenio; gli infissi ed altri arredi, con scritte illuminate, indicanti le uscite di sicurezza.

Ricco è l’uso dei materiali. La connotazione cromatica della sala, certamente neoclassica, raggiunta con un fine equilibrio tra le dorature degli stucchi, le tenui ocre dei fondi intonacati e i velluti rossi dei rivestimenti.

Perfettamente conservate le due maschere classiche, la Tragedia e la Commedia, opera dello scultore Robero Ersanilli (1869.1944); le decorazioni a fresco, comprendenti varie figure femminili allegoriche e i riquadri del ridotto e dell’ingresso (con figurazioni dedicate ad alcuni musicisti) ed i bassorilievi in stucco, raffiguranti le figure femminili danzanti, poste nel foyer, sono opera di Luigi Sfrondini (1896-1935); le decorazioni a stucco opera di Ottavio Papini (1875-1945).

Forse qualcosa si sta muovendo per il recupero dello storico Teatro. Il Comune Chiavari è pronto a investire parte dei fondi del Pnrr e con l’aiuto dei privati pensare alla costituzione di una fondazione pubblico-privata, per acquistare il teatro e poterlo restaurare per riconsegnarlo alla cittadinanza chiavarese.

Piazza Matteotti, in fondo sul lato sinistro c’è il Teatro Cantero