Anticitera, l’isola da sogno dove ti pagano per viverci
Nello splendido mare che bagna la Grecia troneggia fiera una piccola isola dalla lunga storia. Anticitera, che trae il nome dalla sua posizione rispetto all’isola di Citera, giace fra le onde ormai quasi del tutto disabitata. Il passato, tuttavia, narra una storia ben differente.
Occupata già fra il V e il IV millennio a.C. da gruppi di cacciatori stagionali, interessati agli uccelli migratori stanziati proprio sull’isola, la zona fu oggetto anche di insediamenti temporanei. Alla stessa dinamica apparterrebbe persino una profonda influenza cretese, sviluppata durante l’Età del Bronzo.
In epoca romana, poi, divenne preda di flotte di pirati cilici, che vi fondarono un forte, ancora oggi visibile su un promontorio solo per alcuni resti. Per distruggerli giunsero sull’isola anche i romani, al seguito di Pompeo.
Al periodo di dominazione romana risalirebbe, secondo alcune ipotesi, anche un celebre relitto rinvenuto da alcuni cercatori di spugne.
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Il relitto
La nave ha restituito innumerevoli reperti, alcuni di grande pregio, che ne hanno permesso la datazione. Lo studio ha richiesto molto tempo, sebbene un racconto dell’autore greco Luciano di Samosata suggerisse che il mezzo potesse essersi inabissato intorno all’86 a.C., durante il trasporto da Atene all’Italia di parte del bottino del generale Lucio Cornelio Silla. La ricostruzione, in un primo momento, sembrava potesse essere confermata da alcuni oggetti rinvenuti nella carcassa della nave. Si tratterebbe, infatti, di anfore, stoviglie ellenistiche e ceramiche romane risalenti al I a.C. A scombinare la ricostruzione è giunto un ulteriore ritrovamento. Negli anni ’70 del secolo scorso, infatti, sono emerse dal mare alcune monete, conservate originariamente fra i legni inabissati del relitto. Questi piccoli tesori risalirebbero ad un arco temporale compreso fra il 76 ed il 67 a.C., evidenza che indurrebbe ad ipotizzare un destino differente per il mezzo ed il suo equipaggio. L’affondamento, infatti, sarebbe avvenuto nel bel mezzo della rotta verso Roma, quando la nave, oneraria, avrebbe trasportato un tesoro usato per organizzare una parata trionfale in onore di Gaio Giulio Cesare.
Fra i più celebri reperti emersi si annovera, oltre al celebre Efebo di Anticitera, anche la macchina di Anticitera, uno splendido manufatto rivelatosi il più antico calcolatore meccanico ad oggi conosciuto.
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Dal Medioevo ad oggi
La storia dell’isola si fa sempre più complessa con il trascorrere dei secoli. Nel Medioevo, infatti, diviene possedimento della Serenissima, trasformandosi poi dal 1207 al 1655 in una signoria feudale autonoma, sotto lo stendardo della famiglia Viaro. Nonostante il controllo dei Viaro il territorio rimase proprietà della Repubblica di Venezia. Dopo il 1655 l’isola passò, per via ereditaria, ad altre famiglie, fino alla caduta definitiva della Serenissima nel 1797.
Nel 1815 finì per diventare un protettorato inglese e venne ceduta a pieno titolo alla Grecia solo nel 1864.
In tempi recenti – nel 2018 – Anticitera è stata interessata da una bizzarra iniziativa proposta dalla Chiesa greco-ortodossa in intesa con il Comune dell’isola. Con l’obiettivo di ripopolare il territorio, infatti, sarebbe stato offerto, a coloro i quali mostrassero la volontà di stabilirsi nel luogo, un assegno mensile pari a 500 euro per tre anni, un terreno per aprire un’attività e una dimora. I requisiti sono semplici: l’esistenza di un nucleo famigliare composto da cinque membri e la residenza sull’isola. Un’impresa non aperta a tutti, ma che attualmente sarebbe già valsa a riaprire i battenti di una scuola, chiusa da ben venticinque anni.
Immagine di copertina tratta da Wikipedia
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