Amy Johnson, la trasvolatrice

La Storia non manca certo di nomi di donne che ne hanno precorso i tempi, sfidato le convenzioni sociali e cambiato gli schemi e tra questi c’è di sicuro: Amy Johnson.

Amy Johnson, la trasvolatrice

Nata in Inghilterra nel 1903 è stata un’aviatrice che, per prima, volò dall’Inghilterra all’Australia. Cresciuta in una famiglia umile ( il padre infatti aveva un piccolo negozio di pesca), era l’ultima di tre sorelle. Tra tutte, l’indole della piccola di casa spiccò subito: Amy, infatti, aveva un carattere deciso e caparbio che le permise di laurearsi presso l’università di Sheffield in economia. Già questo fu un risultato straordinario, visto che al genere femminile non sempre era permesso studiare. Dopo la laurea, si trasferì a Londra, dove trovò subito un impiego.

Amy Johnson. Foto di liz west. Wikipedia.

Ed è proprio in questi anni che la giovane iniziò a interessarsi al volo, nonostante i costi e gli schemi sociali fossero proibitivi, trovò però un escamotage: scoprì, infatti, che se si fosse iscritta all’aeroclub londinese avrebbe potuto impara gratuitamente. Così fece, guidando un biplano nel settembre del 1928. Nonostante il corso fosse stato travagliato, riuscì a compiere il primo volo in solitaria nel giugno del 1929 e ottenne il brevetto nello stesso anno.

A questo punto, la passione per il volo divenne troppo forte e così decise di lasciare il suo lavoro per dedicarcisi a pieno. Per sponsorizzare la sua attività, iniziò a ideare un viaggio transcontinentale verso l’Australia. Questo volo le avrebbe permesso di farsi pubblicità e quindi di ottenere anche qualche finanziamento. Acquistò un de Havilland DH. 60 Moth usato con cui partì per Londra il 5 maggio del 1930. Il volo prevedeva 12 tappe, tra cui anche i Balcani e attraverso la Turchia con numerose difficoltà diplomatiche.

L’aereo usato da Amy. Wikipedia.

Inoltre, sopra Baghdad fu costretta ad atterrare per una violenta tempesta di sabbia che le rovinò anche l’aereo. Anche  le tappe successive non furono da meno; il cattivo tempo non l’abbandonò mai, tanto da dover rimandare, in alcuni casi, anche la partenza di qualche giorno. Alla fine, però, riuscì ad arrivare in Australia, raggiungendo un risultato straordinario. La accolsero con parate e festeggiamenti e rimase lì per qualche tempo, fino a quando non tornò in Inghilterra.

Dopo il volo transatlantico

La sua carriera non si interruppe qui: anche durante gli anni Trenta, compì altre imprese, come il volo che la portò in Giappone, ad esempio. Queste però ebbero sempre meno risonanza, visto che voli così lunghi divennero quasi la norma. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, amy si arruolò nell’Air Trasport Auxilary, ossia un’organizzazione civile che aiutava l’esercito a trasportare materiale bellico.  E fu proprio durante uno di questi voli che Amy morì nel 1941. Ancora oggi, le circostanze non sono chiare. Si trattava di un volo verso Blackpool e il tempo era particolarmente brutto la sera del 5 gennaio. La tesi più accreditata che Amy abbia perso la rotta e finito il carburante sia precipitata. Il corpo di Amy risulta, ancora oggi, disperso, ma rimane intatta la fama e l’ammirazione per questa donna.