L’antica Arcinazzo Romano – L’evoluzione di una città e del suo toponimo

Nel pieno della Valle dell’Aniene sorge un piccolo centro montano d’alta quota. Arcinazzo Romano troneggia sui rilievi calcarei dei Monti Affilani, fra panorami boschivi e acque lussureggianti.

L’epoca classica

L’area è stata interessata, fin da tempi immemori, da occupazione umana. Si pensa, addirittura, che un primo fenomeno di insediamento sporadico possa risalire al periodo pre-protostorico, a dispetto dell’apparenza impervia che doveva avere in quell’epoca. I pochi abitanti sfruttavano, probabilmente, la strategicità dell’area, posta lungo le linee di transumanza, che mettevano in contatto la piana di Roma con l’interno appenninico.

Un primo vero sviluppo si ebbe con l’arrivo dei popoli italici preromani. In particolare, questa zona fu interessata dall’insediamento degli Equi, che giocarono un ruolo centrale, anche nei confronti della civiltà romana. Queste genti, di origine tosco-umbra, si scontrarono strenuamente con Roma, fino al 304 a.C., quando quest’ultima ebbe definitivamente la meglio.

Il periodo romano fu caratterizzato dalla fioritura del territorio, nel quale sorsero innumerevoli villae rusticae, come parte di un efficientissimo sistema di sfruttamento agricolo. La zona in cui questo fenomeno si verificò con più forza fu quella pedemontana.

L’epoca medievale

A partire dal Medioevo la grande protagonista della storia fu certamente l’abbazia di Subiaco, che riuscì nei secoli a conquistare il potere su molti dei territori limitrofi. In questo periodo si sviluppò una precisa distribuzione amministrativa, che diede origine alla celebre Massa Pontiana, alla quale, secondo alcune fonti, si potrebbe far risalire la prima denominazione dell’attuale Arcinazzo Romano. La città, infatti, anticamente era conosciuta come Ponza, nome che in seguito muterà in Ponza d’Arcinazzo.

Una prima attestazione del nome risale al 720 ed è contenuta nel Liber Censuum vergato da Cencio Savelli, futuro papa Onorio III. Due secoli dopo, nel 923, il toponimo venne accostato ad un abitato nel Regesto Sublacense. Sarà necessario attendere quasi altri due secoli per l’attestazione di una struttura fortificata. Nel 1109 il Chronicon Sublacense parla proprio di quello che si direbbe a tutti gli effetti un castello fortificato, ancora oggi presente nella città sotto forma di rovine.

In quel periodo, secondo le fonti, il proprietario del castello doveva essere un certo Ildemondo, antenato di papa Alessandro IV. Egli lottò contro l’abate dell’abbazia sublacense, perdendo i territori a causa della forte ingerenza papale. Nonostante una breve restaurazione del potere laico, l’area rimase per lungo tempo sotto il controllo benedettino e pontificio. Ai cittadini fu persino chiesto di partecipare al conflitto in atto fra lo Stato Pontificio e la Francia al tempo dell’invasione napoleonica, sul finire del XVIII secolo.

Storie montane – Serrone e il Ducato di Paliano

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I luoghi di interesse

Molti sono i luoghi di interesse nascosti fra i vicoli della città, dalle costruzioni religiose a quelle laiche. Fra tutte spicca la bella chiesa di Santa Maria Assunta, che nell’XI secolo soppiantò un primitivo edificio religioso dedicato a Sant’Andrea Apostolo. La chiesa, edificata in stile gotico, è attestata una prima volta nel 1327 e subì un primo grande rifacimento al termine del XVI secolo. Nel 1629 le fu aggiunto l’attuale portale, proveniente dalla Villa di Traiano. Altri lavori si susseguiranno nel tempo, fino agli ultimi interventi risalenti agli anni ’20 del secolo scorso.

Villa di Traiano ad Arcinazzo Romano
Villa di Traiano ad Arcinazzo Romano

Nel territorio del comune di Arcinazzo Romano insiste anche una splendida villa romana, attribuita dalle fonti all’imperatore Traiano. La magnifica costruzione, residenza estiva del sovrano, è stata oggetto di innumerevoli campagne di spoglio e successivamente di scavo. A partire dall’epoca tardoantica, passando per il Medioevo e il XVII secolo, la villa fu depredata per recuperare i materiali da impiegare in altre costruzioni. Un esempio è la sopracitata chiesa di Santa Maria Assunta.

Solo a partire dagli anni ’50 del secolo scorso ebbero inizio le grandi campagne di scavo, che a più riprese hanno permesso di godere della straordinaria bellezza della dimora.