Simone Pianetti, una giornata di ordinaria follia

Ci sono misteri che, ancora oggi, non riescono a trovare una spiegazione o una fine e, per questo, sembrano dunque attraversare i secoli perché se ne continua parlare. Se pensiamo poi ai casi di criminalità, non potremo, tutti abbiamo nella mente un caso che ci ha lasciati talmente colpiti, da continuare a interessarcene. Sicuramente, tra questi “misteri”, c’è anche la scomparsa del criminale Simone Pianetti.

Simone Pianetti, una giornata di ordinaria follia

Pianetti nasce alla metà dell’Ottocento a Camerata Cornelia, vicino a Bergamo in una famiglia benestante. Fin da piccolo, secondo le parole di vari testimoni, dimostrò un carattere sanguigno, tanto che, una volta adolescente, sembra che sparò anche al padre durante una discussione. E così proprio per evitare una tragedia e la compromissione della sua reputazione, la famiglia lo mandò in America, in cerca di fortuna. Qui, Pianetti si recò a New York, dove svolse i più svariati lavori, non riuscendo, però, mai a far carriera in un settore; non vedendo nessun margine di guadagno, decise di mettersi in proprio, aprendo una società di importazione del vino e della frutta con l’Italia. Se in un primo momento, sembrò che la nuova azienda decollasse, in realtà per Pianetti gli affari furono ben presto complicati. La mafia locale americana ( detta all’epoca Mano nera) iniziò a chiedergli grosse somme di denaro in cambio della loro protezione. Si trattava dunque di una sorta di pizzo che Pianetti denunciò alle autorità. Questo costò la vita al suo socio e Pianetti dovette fuggire dagli Usa sotto falso nome.

Il rientro in Italia
Pianetti. Wikipedia.

Rientrò così in Italia, senza aver fatto fortuna come auspicavano i genitori. Nel frattempo, nel suo paese natale erano arrivate le prime novità d’intrattenimento, come il casinò che portò un nuovo flusso turistico. A Camerata, sposò anche Carlotta Marini, una ragazza molto giovane che apparteneva a una famiglia di contadini; da lei, Pianetti avrà nove figli. Insieme apriranno anche una delle prime taverne del paese; fin da subito, il locale ebbe successo, ma, con il tempo e le cattive dicerie su Simone, la taverna divenne un fallimento. Gli abitanti, infatti, evitavano di andarci per non farsi etichettare come libertino o sovversivo ( attributi entrambi dati a Pianetti). In questo modo, la taverna fallì molto velocemente. La decisione dunque per la famiglia Pianetti era evidente: si dovevano trasferire per evitare le maldicenze. Si trasferirono in un paese vicino, San Giovanni Bianco, dove aprì un mulino elettrico per cercare di risollevare la situazione della sua famiglia. Anche qui però la nomea lo inseguì: in poco tempo, chiamarono la sua farina “del diavolo” perché portava malattie e maledizioni.

La crisi emotiva e psichica

La crisi economica colpì duramente la famiglia; Simone manifestò comportamenti alterati. Dichiarò di volersi uccidere e manifestò un profonda aggressività che sfociò in ben sette omicidi. Le vittime designate erano quelle che, secondo lui, gli avevano fatto un torto e quindi che dovevano pagare.

La taglia su Pianetti. Wikipedia

Stilò addirittura una lista: il primo fu il medico del paese che uccise con una fucilata, colpevole, secondo Pianetti, di non aver curato bene il figlio, morto qualche mese prima. Il secondo doveva essere il sindaco, ma visto che non lo trovò nel palazzo comunale, uccise il segretario comunale e sua figlia ( anche lei presente nella lista). Poi fu la volta del giudice, del parroco e del messo del paese. L’ultima fu una locandiera del paese che aveva citato Pianetti per un debito mai pagato.

Camerata Cornello oggi. Foto di Ago76. Wikipedia

La notizia della strage si diffuse subito. Gli abitanti si barricarono in casa e i Carabinieri iniziarono a cercarlo, ma di lui non c’era più nessuna traccia. Lo avvistarono qualche giorno dopo sul Monte Cancervo, ma dopo uno scontro a fuoco riuscì a dileguarsi. Misero anche un ingente taglia sopra la sua testa, ma nessuno sapeva niente; l’unica testimonianza fu di una donna, la quale raccontò che un uomo gli aveva chiesto cibo in cambio della pistola. Nonostante l’impiego di forze armate ( le cronache riportano quasi 170 carabinieri), di Pianetti nemmeno l’ombra e mai fu ritrovato nemmeno il suo corpo.

Ancora oggi, e soprattutto tra le generazioni meno giovani, si vocifera sulla sua morte. Secondo i famigliari, è morto di stenti nei boschi e poi il corpo laciniato dagli animali. Secondo altre sarebbe tornato in America, abbandonando la famiglia.