Scorci di vacanza: Lavagna una barca come bancone della pescheria


L’idea è affascinante, trasformare una barca tipica della riviera di levante nel bancone della pescheria. È un idea romantica e allo stesso tempo razionale quella di presentare il pescato nella pancia di un “Gozzo pescatrice”.

Nella foto storica i Gozzi tirati in spiaggia pronti per una nuova battuta di pesca

“È un Gozzo uguale al mio – afferma Renzo Fazzini, conosciutissimo pescatore, per passione, del golfo del Tiguglio – si pesca bianchetti con reti sotto costa o con il palamito a traino. Si tratta di una lunga lenza con inseriti ad intervalli regolari spezzoni di lenza con un amo. Oppure col bolentino ancorati o alla deriva. Il Gozzo è una barca usata per pescare anche polipi”.

Nella foto un pescatore con il suo Gozzo che prende il mare

Scampi, gamberi, orate, branzini, saraghi, pesce spada e tranci di tonno. Naturalmente cozze e vongole fanno bella mostra di se alla pescheria “MareMosso”, con i loro colori attirano i villeggianti che transitano per via Roma suggerendo qualche buona ricetta. Attratti anche da un particolare bancone. 

Nella foto un Gozzo attrezzato di vela latina

Il gozzo è una barca da pesca che ha le sue origini nella tradizione marinara italiana. Sono tipici della Liguria e della Campania, ma si trovano anche in Sicilia, Puglia e sulla costa toscana. Il gozzo è di origine levantine che, come la vela latina, è stata introdotta nel Mediterraneo dagli arabi e copiata dai marinai delle repubbliche marinare italiane. Le forme del gozzo sono particolari e caratteristiche, a partire dai masconi molto tozzi così come la prua e la poppa; la chiglia funge sia da spina dorsale dell’imbarcazione, sia da deriva, sporgendo al di sotto dello scafo e terminando a poppa all’altezza del timone.