Il dialetto vicovarese come custode dell’identità culturale
Un progetto a cura di Cultura Vi.Va. A.p.s.
Lo scorso 18 giugno si è svolta a Vicovaro, presso il cortile della Biblioteca Comunale M. Sabellico, in collaborazione con l’Università delle Tre Età e con il patrocinio del Comune di Vicovaro, la presentazione del libro “Il dialetto Vicovarese come custode dell’identità culturale”, a cura di Cultura Vi.Va. A.p.s.
Foto gentilmente concessa dal Sig. Giancarlo Iacovelli
L’Associazione è nata nel 2015 da un’idea di un gruppo di giovani studiose che, mosse dalla passione per il patrimonio culturale, si sono dedicate alla promozione e alla valorizzazione del territorio di Vicovaro e della Valle dell’Aniene.
Il progetto da cui è nata la pubblicazione è iniziato nel 2017 con una giornata di studio presso il Palazzo Cenci Bolognetti a Vicovaro con lo scopo di coinvolgere la popolazione vicovarese alla riscoperta del dialetto. Partendo infatti dai due vocabolari esistenti (“Vicovaro” di Angelo De Simone, 1993 e “Vocabolario Vicovarese-Italiano” di Angelo Dante, 2015) e dal loro confronto, si è voluto integrarli con vocaboli, luoghi, espressioni e proverbi non presenti in questi ultimi e suggeriti dai conoscitori del dialetto.
L’importanza culturale del dialetto è sancita dalla Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Immateriale dell’Unesco, sottoscritta a Parigi nel 2003. Essendo trasmessi di generazione in generazione per di più oralmente e sottoposti ad una continua evoluzione, l’Unesco ha sottolineato, attraverso l’Atlas of the World’s languages in danger, il rischio di alcuni dialetti di estinguersi. Si fa sempre più necessaria l’esigenza dunque di mettere per iscritto e tramandare vocaboli, proverbi, luoghi, espressioni e modi di dire. Il dialetto è infatti la lingua dell’istinto e del sentimento che permette di esprimere valori e ricordi e di mantenere dunque la memoria storica, che altrimenti cadrebbe nell’oblio.
Le autrici (Serena D’Amora, Sabina Iacovelli, Martina Moltoni, Maria Ciucci, Valentina Moltoni), introdotte da Antonio Francesco Perozzi, autore della prefazione, hanno illustrato le diverse fasi della stesura e le aree tematiche del vocabolario, mettendo in luce anche le difficoltà in cui si sono imbattute.
Foto gentilmente concessa dal Sig. Giancarlo Iacovelli
Tra queste ad esempio i dubbi sia sull’esatta trascrizione dei termini che sul significato degli stessi, tanto che per alcuni vocaboli è stato necessario introdurre diverse accezioni o trascrizioni, non avendo il dialetto, a differenza della lingua italiana, delle regole fisse. La fase della revisione finale, a cui ha partecipato con grande entusiasmo Domenico Bontempi, è stata fondamentale nel momento in cui le autrici si sono trovate a dover distinguere il dialetto vicovarese vero e proprio da influenze e contaminazioni provenienti da altri dialetti o addirittura combinazioni di essi visto che ad esempio si tende spesso a mescolare il dialetto originario, il romanesco e l’italiano.
È stato poi dedicato uno spazio alla struttura grammaticale del dialetto vicovarese, all’importanza della toponomastica come fondamentale strumento per tramandare la memoria e ai tematismi che si possono estrapolare dalla lettura di proverbi, espressioni e modi di dire e attraverso i quali si possono toccare con mano le tradizioni, usi e costumi del paese. Primo tra tutti, il tema della ruralità mette in evidenza lo stretto rapporto tra uomo e natura e si fa portavoce della tradizione contadina. Altri fondamentali nuclei tematici sono quelli che ruotano attorno al cibo, alla religione, al tempo e alle fasi della vita, al pettegolezzo, ai soldi e alla povertà, alla famiglia, alla sessualità.
Ad una prima fase più esplicativa è seguito il momento degli interventi da parte del pubblico e di alcuni tra coloro che in questi anni hanno partecipato attivamente alla fase di “integrazione” (Pietro Ciucci, Angelo Nascenzi, Domenico Bontempi, Piera Giuliani) con la lettura e il commento di proverbi e modi di dire ai quali i relatori erano particolarmente affezionati.
Foto gentilmente concessa dal Sig. Maurizio Dante
Foto gentilmente concessa dal Sig. Maurizio Dante
Foto gentilmente concessa dal Sig. Maurizio Dante
Foto gentilmente concessa dal Sig. Maurizio Dante
Foto gentilmente concessa dal Sig. Giancarlo Iacovelli
Le autrici hanno ribadito più volte che con la stesura del libro non si conclude il progetto. Si tratta infatti di un lavoro in divenire e in quanto tale soggetto a continue integrazioni e revisioni da parte di tutti coloro che conoscono e ancora utilizzano il dialetto vicovarese.
Dott.ssa Sabina Iacovelli
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