Fabio Filzi, l’irredentista

Se nominiamo oggi Fabio Filzi, a nessuno, probabilmente, verrà in mente chi era, ma egli è stato tra i più famosi irredentisti. L’irredentismo fu un convinzione politica e sociale, per la quale si dovesse annettere le zone considerate, appunto, irridenti, ossia quei territorio che facevano parte di un altro stato. In Italia, in particolare queste zone erano Trento, Trieste e l’Istria.

Filzi e Battisti. Wikipedia.

 

Fabio Filzi, l’irredentista

Nato il 20 novembre del 1884 a Istria, era il secondo figlio di Giovanni Battista e Amelia Ivanich. Il padre era un insegnante di letteratura, la madre, invece, era una casalinga. Già dagli studi liceali, Fabio si avvicinò alla questione irredentista; essa infatti era argomento dibattuto frequentemente, soprattutto al Nord. Basti pensare che nel 1904, durante l’inaugurazione di una facoltà universitaria, c’erano stati scontri armati che riportarono molti feriti e, soprattutto, arresti. Ed è proprio in quest’occasione che Fabio comprende, secondo il suo punto di vista, che la questione richiede la massima attenzione. E così in poco tempo, diventa il leader della sezione irredentista di Rovereto ( città originaria della famiglia Filzi).

La prima guerra mondiale

In questi anni è chiamato a svolgere pure il servizio di leva. È inserito nel quarto reggimento di Salisburgo. L’ammissione all’esercito austriaco non deve sorprendere perché Trento e Trieste erano parte dell’impero austroungarico. Nell’esercito, la sua vena politica si fece via via sempre più irruenta, tanto che lo processarono con l’accusa di alto tradimento. Secondo l’esercito austriaco, egli avrebbe favorito la diserzione di un compagno italiano. Lo assolsero dall’accusa, ma da quel momento lo etichettarono come politicamente sospetto.

Fabio Filzi. Wikipedia

E ha ragione: già l’anno dopo, sfidò un comandante a duello per aver pronunciato parole contro l’Italia e, ancora, fece pubblicamente orazioni che incitavano all’irredentismo, soprattutto all’università. Filzi, infatti, era iscritto contemporaneamente a Graz in giurisprudenza e a Trieste alla scuola commerciale. Ed è proprio qui che si unì alla Lega nazionale degli studenti trentini e alla Giovane Trieste.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale, disertò la chiamata dell’Impero e si unì come volontario a quello italiano, lo inviarono nel battaglione Vicenza, quando il 10 luglio del 1916 lo catturarono, insieme, tra l’altro a Cesare Battisti. Questo non è certamente un caso, poiché è probabile che gli austroungarici sapessero della presenza del noto irredentista Battisti e quindi, secondo molti storici si trattò di una sorta di imboscata.

Monumento funebre a Castel Dante. Foto di Phyrexian. WIkipedia.

Entrambi furono condotti a Trento per il processo; il capo d’accusa era alto tradimento.  Battisti fu condannato a morte e impiccato il 12 luglio del 1916. Filzi, dall’altra parte, cercò dapprima di raggiungere l’Argentina, ma fallito questo tentativo si unì nuovamente all’esercito. Morì sul Monte Zebio nel giugno del 1917. Oggi lo ricordano il nome di molte vie e strade.