Camillo Borghese: viceré di Olevano Romano, durante l’età napoleonica

In Italia non possiamo certo affermare che i nostri borghi non abbiano storia che, attraverso le loro vie, non abbiano passeggiato i protagonisti della storia italiana e internazionale. Sicuramente, tra le località più interessanti culturalmente, c’è Olevano Romano (Città Metropolitana di Roma).

Olevano Romano.
Camillo Borghese: viceré di Olevano Romano, durante l’età napoleonica

È un borgo che fin dall’Ottocento ha destato la curiosità di molti artisti, tanto che questi lo inserirono nel Grand Tour, ossia un viaggio di formazione degli intellettuali e artisti dell’epoca; già questo basterebbe per rendersi conti dell’importanza di questo centro nel corso dei secoli. È quindi inevitabile, che molti personaggi storici abbiano incontrato Olevano nel corso della loro vita; tra i più noti c’è sicuramente Camillo Borghese.

Da nobile romano a personaggio di spicco del governo napoleonico

Il suo nome non ci direbbe, forse, niente oggi se non fosse per il legame che ebbe con la sorella di Napoleone, Paolina, essendo suo marito. Nasce a Roma nel 1775, già facente di un’illustre famiglia, la sua fama aumentò con il proficuo matrimonio. I genitori erano, infatti Marcantonio IV di Sulmona e Anna Maria Salviati, la loro casata era quindi tra le più note di quelle romane. Fin da bambino, come usava nelle storiche stirpi nobiliari, il suo destino era deciso. Lo instradarono subito verso la carriera militare, tanto che entrò nell’esercito francese nel 1796.

Nonostante fosse l’usanza sociale, Cammillo riuscì a distinguersi durante le campagne napoleoniche, tanto da far carriera velocemente. In poco tempo, riuscì a scalare la gerarchia militare, superando, con apparente facilità i vari gradi.

Ritratto di Cammillo. Wikipedia

Questo salto carrieristico lo costrinse a trasferirsi a Parigi nel 1803, prendendo in affitto alcuni appartamenti al Palazzo d’Oigny. Ed è qui che conobbe Paolina, la sorella di Napoleone Bonaparte che abitava in un palazzo attiguo. La principessa francese era appena tornata da un lungo viaggio, dopo la prematura morte del primo marito e viveva insieme al fratello, Giuseppe, maggiore di Napoleone. Tra i due schioccò subito la scintilla, tanto che si sposarono nell’agosto dello stesso anno. Lo stesso dittatore francese non si oppose al matrimonio, visto che Camillo, essendo di un’importante e, soprattutto, casata nobile, disponeva di un’enorme eredità. Questo, ovviamente, facilitò il matrimonio tra i due. Dall’altra parte, Cammillo ottenne il titolo di Principe di Francia nel 1805 e divenne comandante delle Guardie imperiali e duca di Guastalla. Ed è in questi anni di nuove nomine e cariche che assunse anche il titolo di Viceré di Olevano Romano; il borgo laziale, infatti, dopo la conquista napoleonica era parte del territorio francese.

La caduta

Si trattò di un periodo molto fortunato sia a livello personale – il matrimonio, almeno all’inizio, procedeva bene, tanto che lo stesso Cammillo commissionò la famigerata opera al Canova- sia “professionalmente”.

Paolina, sorella di Napoleone.

Tutte queste cariche li donarono, oltre che un enorme prestigio, anche un potere molto grande che finì con la caduta di Napoleone. Dopo la sconfitta e l’esilio del cognato, anche la sua influenza scemò, fino a scomparire: prima il governo francese ruppe i rapporti e gli tolse, come immaginabile, tutte le nomine e poi anche a Roma cominciò a essere malvisto, tanto da doversi ritirare a Firenze, dove trascorse gli ultimi anni. Qui, cercò anche di allontanarsi dalla moglie che rimaneva legata al fratello per evitare il totale sequestro dei beni.  L’atteggiamento di Cammillo non passò inosservato: il pontefice Pio VII lo costrinse a riprendere con sé Paolina dopo ben dieci di anni di separazione. Morirà qualche tempo dopo nel 1832.