La battaglia di Kleidion e il terribile destino dei prigionieri

Il 29 luglio del 1014 fu combattuta una battaglia tra le più sanguinose della Storia, ossia quella di Kleidion. Lo scontro avvenne tra i bizantini e bulgari che erano già in guerra da decenni. L’imperatore bizantino Basilio II Bulgarocton ( detto poi lo sterminatore di bulgari) aveva più volte cercato di conquistare i bulgari, i quali però avevano sempre risposto ai suoi attacchi, tanto da sconfiggerlo varie volte sul campo. Il conflitto si acuì nel 1002 quando il sovrano Samuele di Bulgaria cercò di espandere il suo regno, conquistando l’attuale Grecia che, però, faceva parte di quello bizantino. Dall’arta parte è doveroso precisare che ogni anno i bizantini si dirigevano verso il regno bulgaro, saccheggiandolo e derubandolo. La situazione rimase così in stallo fino al 1005 quando l’impero bizantino riuscì a conquistare la Tessaglia ( regione storica della Grecia), parte dell’attuale Macedonia e della Grecia, insieme all’aiuto dei serbi.

Basilio II. Wikipedia.

Il conflitto quindi di Kleidion s’inserisce in questo bellicoso contesto. Basilio II non era affatto soddisfatto di queste conquiste perché ottenuto dopo anni di sconfitte e quindi cercava la vendetta contro il regno bulgaro e così nel 1014 affrontò direttamente i nemici, evitando i tanti ostacoli che Samuele di Bulgari aveva costruito, come massicce roccaforti e fossati lungo il confine. E proprio sul fiume Strimone, i due eserciti si scontrarono. I bizantini ebbero la meglio, riuscendo con relativa facilità a distruggere l’esercito bulgaro che fu decimato. Chi sopravvisse, lo fecero prigioniero . Secondo le cronache del tempo, divisero i prigionieri in due gruppi di cento persone. Li accecarono novantanove, invece il centesimo lo privarono solo di un occhio in modo da far tornare i compagni a casa.

Dopo questa sconfitta, la guerra perdurò ancora per quattro anni, fino al 1018 quando la Bulgaria ne uscì definitamente sconfitta.