I Vespri siciliani e il ruolo dei ceci

Alla fine del Duecento, in Sicilia scoppiò una violenta rivolta che causò la fine del dominio francese sull’isola, i cosiddetti Vespri siciliani. Una serie di circostanze storiche e sociali (come la morte di Corrado V, la sconfitta di Manfredi a Benevento), avevano permesso ai francesi di sottoporre la Sicilia a una severe dominazione con il controllo di Carlo I d’Angiò. Il re francese aveva pian piano ridotto le libertà baronali, opprimendo con una rigida pressione fiscale. Il clima dunque si fece nel corso del tempo sempre più teso tra i ceti più nobili, ma soprattutto tra la popolazione meno abbiente che non riusciva così a soddisfare la nuova politica fiscale.

I Vespri siciliani e il ruolo dei ceci

La situazione degenerò ben presto, fino al giorno del Lunedì dell’Angelo, il 30 marzo del 1282, di fronte alla Chiesa di Santo Spirito a Palermo. In quest’occasione, un soldato francese ( secondo alcune fonti di nome Drouet) si rivolse alla fine della cerimonia sacra in modo poco rispettoso a una nobildonna siciliana, tanto da metterle le mani addosso con la scusa di una persecuzione. Il marito, nell’intento di difenderla, riuscì a prendere l’arma del gendarme e lo uccise. Secondo tutti, questa fu la scintilla che fece scoppiare la rivolta in Sicilia.

La Chiesa dove iniziò la rivolta. Foto di Enzian44. Wikipedia.

Da questo impeto nacque una vera e propria caccia al francese. In che modo però scovare i soldati occupatori? La risposta, anche se può sembrare bizzarra, la trovarono in un tipo particolare di legumi: i ceci. I rivoluzionari, infatti, chiedevano alle persona cosa fossero quei legumi; coloro che rispondevano cicirì, ossia con il nome dialettale, avrebbero avuto salva la vita. Altrimenti chi pronunciava la stessa parola con l’accento francese ( sisirì) era ucciso sul posto.

Quadro di Morelli. Wikipedi

Se i ceci abbiano contribuito o meno, non ne abbiamo ancora la certezza. Quello che è sicuro che il giorno seguente la città di Palermo si dichiarò indipendente e sostenne la rivolta negli altri comuni, chiedendo anche l’intervento papale, ma che non avvenne, essendo Martino IV un sostenitore dei D’Angiò. I francesi, alla fine, intervennero militarmente e sedarono la rivolta. I Vespri si conclusero con la firma della Pace di Caltabellotta del 31 agosto del 1302 tra Carlo di Valois ( rappresentante di Carlo II d’Angiò) e Federico III d’Aragona.