L’Eremo di San Michele dove storia e religione s’incontrano
Serrone, provincia di Frosinone, è un caratteristico borgo che vanta una storia millenaria. Conosciuto fin dai tempi dei romani, tra le sue vie e paesaggi è possibile ammirare edifici di profondo rilievo artistico e religioso. Dall’altra parte sono note le Chiese di San Pietro e Paolo oppure il Chiostro di San Michele Arcangelo. Tra i ricchi di storia e religiosità è sicuramente quello dell’Eremo di San Michele Arcangelo.

Quest’eremo è immerso nel verde serronese, per raggiungerlo, infatti, è necessario attraversare i piccoli viottoli dei faggeti che ne fanno di contorno. Si tratta dello stesso percorso che fece San Benedetto da Norcia durante il suo viaggio da Subiaco a Montecassino. La sua posizione conferma, se mai ce ne fosse bisogno, quanto sia significativa questa struttura: la pace che si può assaporare in questo luogo è difficile da trovare, tanto che sono molti, religiosi e non, che decidono di visitarlo, soprattutto per il paesaggio. Situato infatti a più di mille metri di altitudine, offre uno spettacolo sulla natura circostante.
L’Eremo di San Michele a Serrone dove storia e religione si incontrano
L’edificio, visto esteriormente, è maestoso: le sue pareti sono adagiate sulla roccia, tanto che sembrano, a una prima occhiata, inglobate a essa, come se fosse scavato al loro interno. È chiaro come la spiritualità del luogo si noti fin dalla facciata esterna ed è proprio qui che si troverebbe l’impronta della mano di San Benedetto da Norcia, il quale si sarebbe appoggiato a uno dei muri, lasciando così l’impronta della mano, come un miracolo.
Si tratta dunque di un edificio molto antico, tanto che la sua fondazione risalirebbe al 600 d.C. Passato sotto varie giurisdizioni ecclesiastiche, quella più duratura fu quella dei benedetti che lo gestirono fino al X secolo. Fu proprio in questo periodo che i benedettini introdussero il culto di San Michele Arcangelo, Santo al quale è ancora oggi dedicato.

A metà del Settecento, nel 1758, la Diocesi gli trasformò i connotati originari; durante questa importante ristrutturazione cambiò sicuramente la parte esteriore, non abbiamo, però, certezza su quella interiore che a oggi risulta senza arredamenti sacri.
A oggi l’Eremo è chiuso al pubblico, sebbene sia possibile visitarlo su richiesta.
Seppur spoglia al suo interno, chi la visiterà non potrà fare a meno di immergersi in quell’atmosfera pacifica, naturalistica e religiosa che tanto colpì il Santo Eremita. Si tratta quindi non solo di un edificio religioso, ma un luogo, dove ogni pietra racconta una storia.
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