La casa degli orrori a New Orleans

Da sempre siamo affascinati dai racconti gotici e horror, la maggior parte di noi ama le storie sui fantasmi perché ci trasportano in un altro mondo in cui la razionalità ha ben poco potere. Ultimamente sta fiorendo un nuovo tipo di turismo che, appunto, mostra i luoghi considerati infestati, ossia il turismo dell’horror. Se siete appassionati di questo soggetto, non potete di fare a meno di visitare, almeno una volta, New Orleans nello stato della Louisiana.

La casa degli orrori a New Orleans

New Orleans è stato un crocevia di cultura e popoli ed è per questo una delle città più originali di tutti gli Stati Uniti, ma nella città della musica è possibile anche fare tour guidati all’insegna dell’horror e non solo; infatti è nata ( e morta) quella che è considerata la regina del voodoo, Maria Laveau. Qui, però, si può anche vedere la casa considerata la più infestata degli Usa: LaLaurie Mansion.

È una casa in stile coloniale al numero 409 di Royal Street. Conosciuta anche come Villa Blanque è stata la dimora di una delle serial killer americane più note Marie Delphine LaLaurie, nota soprattutto per aver ucciso molti dei suoi schiavi, in un’epoca in cui la schiavitù era legale e consentita.

Delphine LaLaurie. Wikipedia.

Nata nel marzo del 1787, i suoi genitori erano immigrati irlandesi, giunti in America in cerca di fortuna. Sappiamo molto poco della sua infanzia e adolescenza, conosciamo però i matrimoni di Delphine. Il primo fu con Don Ramon de Lopez y Anguillo e il secondo invece con Jean Blanque, da cui poi la villa prese il nome. Fu infatti il secondo marito a costruire la casa degli orrori. I coniugi Blanque era una coppia molto famosa nella comunità: il marito infatti era un ricco banchiere e quindi apparteneva a abbiente ceto della società dell’epoca.

LaLaurie Manson divenne un oggetto di vanto ed era tra quelle più maestose della città: era a tre piani, uno dei quali era quello riservato agli alloggi degli schiavi . Nessuno sospettò niente fino al 1834 quando scoppiò un incendio che la danneggiò gravemente. Quando entrarono le guardie, trovarono una donna di colore ammanettata alla stufa. Dichiarò di aver appiccato lei stessa il fuoco per evitare di essere portata nell’attico poiché nessuno dei suoi compagni era mai tornato da lì. Quando la polizia entrò nel luogo, secondo i resoconti dell’epoca, trovò una camera di tortura.

Delphine scappò da New Orleans e si rifiugiò a Parigi, dove morirà nel 1849, senza ammettere le proprie colpe.