L’essenzialità della Chiesa di San Giorgio ad Arcinazzo Romano

Conosciuto fino a non tanto tempo fa come Ponza, il comune e il territorio di Arcinazzo Romano presentano numerosi edifici di rilevanza storica, artistica e religiosa: dalla Chiesa più antica in onore di Sant’Andrea fino a quella di Santa Maria Assunta, non dimenticando la villa di Traiano.  Nel patrimonio è sicuramente da annoverare quella di San Giorgio, in stile cinquecentesco è tra i più maestosi edifici di culto.

Panoramica di Arcinazzo.

Lontana dal centro cittadino, abbiamo la prima menzione nel Chronicon Sublacense che la annovera fra i luoghi di culto della zona. La ritroviamo poi alla fine del Cinquecento, nel 1575, quando è nominata come oggetto di restauro. Proprio per la sua posizione, è da considerarsi come una chiesa rurale, ossia un luogo di culto posizionato al di fuori del centro cittadino che permetteva il culto nelle campagne. È un edificio dunque dalla struttura molto semplice, come dimostra la sua pianta a forma rettangolare.

Dopo i danni della Seconda guerra mondiale, è stata restaurata tra il 1955 e 1956. Seppur restaurata a metà del secolo scorso a causa dei danni bellici, l’interno è rimasto pressoché originario, sebbene alcuni arredi sacri siano stati aggiunti durante gli anni Ottanta del Novecento. Composta da una unica navata, è sovrastata da un tetto a capanna ed architrave, o meglio da una capriata di legno.  Questo particolare tetto è struttura architettonica, tipica dei luoghi di culto, detta anche a “spiovente” per l’aspetto che presenta. La capriata, invece, è visibile all’interno e si tratta di una sorta di reticolato in legno che sorregge il tetto.

Iconografia classica di San Giorgio.

Ha unico ingresso centrale con un portone in legno, sormontato da un oculo, ossia una sorta di apertura circolare che serviva, oltre che da decorazione, anche da punto luce interno. L’oculo spesso convolava la fonte di luce verso il punto focale e, nel caso di edifici di culto, verso, quindi, l’altare centrale.

Al suo interno, oltre ad ammirare il pavimento in cotto, è possibile soffermarsi una particolare immagine di San Giorgio ( 275/230 D. C – 303 d. C), il quale è ritratto come un cavaliere medievale. Queste sembianze, nella sua iconografia, sono molto rare poiché normalmente è rappresentato come un cavaliere di Diocleziano.   Si tratta quindi di un unicum pittorico; nel dipinto della  Chiesa, infatti, i vestiari del Santo riconducono all’epoca medievale e non a quelli tradizionali come, invece, avviene di solito.

Il culto di San Giorgio è ancora molto forte nel paese della provincia di Roma, tanto che è ancora oggi il suo patrono. La sua essenzialità però non diminuisce la storia che ha portato con sé attraverso i secoli.

 

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