La storia di una bambina sopravvissuta nella giungla
Ogni qualvolta che intraprendiamo un viaggio, sappiamo con certezza che non saremo gli stessi di sempre, ma, quando durante questi viaggi, succedono incidenti, è sicuro che la vita del passeggero ne sarà sconvolta per sempre e niente sarà come prima. È quello che accaduto all’unica sopravvissuta dell’incidente aereo del volo Lansa 508.
La storia di una bambina sopravvissuta nella giungla
Il volo Lansa partì dall’aeroporto internazionale J. Chavez, in Perù, il 24 dicembre del 1971 con destinazione Iquitos (Perù). L’aereo, un Lockheed – L- 188, precipitò però nella zona di Puerto Inca; dei novantadue passeggeri ne sopravvisse solo una, gli altri diciassette morirono sul colpo. Detto il MateoPumacahua dal nome del colonnello della milizia dell’esercito spagnolo che fu governatore del Perù, aveva il numero di registrazione OB- R-941.

Partito nel giorno della vigilia di Natale, l’aereo stava volando a un’altezza di 21.000 piedi sopra il livello del mare quando incontrò una serie di perturbazioni che li ostacolarono il volo. Il comandante e i copiloti decisero comunque di continuare la traversata, senza abbassare la quota di altitudine. Secondo le indagini, le intenzioni dell’equipaggio era di rispettare i tempi previsti del volo, ignorando così gli avvisi sulle criticità del meteo. Purtroppo, le avverse condizioni metereologiche lo fecero precipitare.
Come anticipato, in questa tragedia sopravvisse solo una donna, Juliane Koepcke. Nello schianto si ruppe una clavicola, riportò un profondo squarcio sul braccio, una ferita all’occhio e una commozione celebrale. Nonostante fosse gravemente ferita, riuscì a camminare per più di dieci giorni nella giungla in cerca di aiuto fin quando non si rifugiò in una capanna abbandonata degli indegni. Fu trovata qualche giorno dopo da alcuni boscaioli locali che la riportarono nella città più vicina in canoa; qui, fu curata e riuscì a riprendersi pienamente.
Juliane Koepcke, l’unica sopravvissuta
Le indagini portarono alla luce però una triste verità; l’aereo infatti era stato costruito con pezzi di ricambio di altri e questo sicuramente ne determinò la caduta. Inoltre, subito dopo lo schianto altri quattordici passeggeri era sopravvissuti, ma i soccorsi, essendo arrivati tardi, non riuscirono a salvarli.

Juliane Koepcke, dopo l’incidente, si trasferì in Germania dove si laureò in biologia e in zoologia. Alcuni anni fa è tornata in Perù per condurre alcune ricerche sui pipistrelli, specie in cui si è specializzata. Nel 2011 ha pubblicato l’autobiografia When I feel from the sky, nel quale racconta anche l’incidente aereo. Qualche anno fa, il governo peruviano le ha conferito l’Ordine al merito con il grado di ufficiale.