Una donna senese nell’arte di Caravaggio: Fililide Melandroni
Michelangelo Merisi, conosciuto da tutti come Caravaggio, è stato autore di capolavori immensi e immortali. In pochi sanno, però, che tra le sue modelle ci furono anche due donne senesi.
Una donna senese nell’arte di Caravaggio: Fililide Melandroni
Caravaggio, infatti, trascorse gran parte della sua vita a Roma. Qui, non solo fu molto attivo artisticamente, ma si distinse anche per i suoi disordini comportamentali. Il suo atteggiamento ribelle lo condusse a passare molto tempo con i “reietti” nelle osterie e nei bordelli della città ed è proprio qui che, frequentemente, scovava le modelle dei suoi dipinti.

Le scelte di Caravaggio dunque ricadevano su queste donne, spesso prostitute, perché tra i dogmi della sua arte figuravano, come principi base, il rifiuto dell’arte accademica e la profonda umanità, non senza drammaticità, dell’essere umano e, in virtù di questo, che il pittore milanese sceglieva prostitute e cameriere, come Fililide Melandroni.
Accenni biografici
Fililide era nata a Siena nel 1581. La madre, Cinzia Guidocci, l’aveva partorita appena sedicenne; il padre, invece, faceva parte di quella parte della nobiltà senese, ormai in decadenza. La famiglia paterna, infatti, è annoverata in quegli anni nei registri contabili come debitrice di grosse somme di denaro. Appena sedicenne, Fililide insieme alla madre, e forse una zia, emigrò a Roma in cerca di una vita migliore; in quegli anni, infatti, si legge che numerosi nuclei famigliari della città toscana si fossero trasferiti qui per cercare di avere maggiori opportunità, ma nel caso della giovane senese la sua vita non migliorò.

Appena giunte a Roma, la madre e la sorella si ammalarono e, quindi, a Fililide non rimase altra scelta che vendere il suo corpo. Secondo i carteggi di Caravaggio, la giovane aveva un bellissimo aspetto esteriore, un chiarissimo incarnato e lunghi capelli ricci. Purtroppo, però, forse per la difficile vita, il suo carattere era molto litigioso, tanto che, come riportano i verbali del 23 aprile del 1594, fu arrestata per essere stata insieme ad altri due uomini dietro la Chiesa di San Silvestro, ossia fuori dalla zona consentita alle prostitute.

Fu solo grazie alla protezione di Ranuccio Tomassoni di Terni ( lo stesso che fece il duello con Caravaggio e che, per la sua morte, il pittore fu costretto a scappare da Roma) che ebbe l’opportunità di entrare in ambienti più colti e altolocati. Da questo momento, i suoi clienti furono soprattutto nobili ed ecclesiastici romani. Non era solo una convenienza lavorativa, ma, anzi questi rapporti le permisero di uscire facilmente dai guai giudiziari.
Modella Fililide
L’incontro con Caravaggio avvenne quando la giovane aveva poco più di quindici anni e ancora frequentava le strade romane. Il pittore rimase fin da subito affascinato dalla sua bellezza, tanto da volerla come modella per i suoi quadri: da Il Ritratto di una cortigiana del 1597 a La conversione di Maddalena dell’anno successivo fino a Santa Caterina d’Alessandria, sempre dello stesso anno. È soprattutto nel primo che Caravaggio mette in luce la bellezza della giovane: una bellezza non classica, ma, al contrario, quasi aggressiva. La giovane è in posizione frontale, come se fosse assorta nei suoi pensieri che sembrano portarla lontano da quel momento.
In realtà, ci furono due donne nell’arte di Caravaggio ma, oggi, ho deciso di parlarvi solo di una. Credo che conoscere questi aspetti meno di un Gigante della pittura cinquecentesca, getti nuova luca anche sulla sua persona, prima che come artista.
Per scoprire un altro personaggio senese: https://www.prometeomagazine.it/2022/01/23/cecco-angiolieri-il-poeta-dimenticato/